Per gente come Maicon le sfide come Juventus-Roma non sono spaventose, sono ossigeno per il cervello. E’ una questione di sopravvivenza, o comunque di dipendenza: in inglese si chiama addiction. Si diventa calciatori per arrivare al top ma si diventa campioni quando quel top si riesce a dominarlo. Maicon lo ha fatto tante volte e continua a farlo, basti guardare il pallone scagliato con violenza sulla traversa di Hart.
rassegna stampa
Maicon, ancora Juve
La Juventus, in Italia, è stata e continua ad essere la sua principale nemica. Dopo il gioiello di San Siro del 2010, proverà a ripetersi.
La Juventus è sempre stata la sua principale nemica da quando ha messo piede in Italia. Prima nell’Inter, ora alla Roma. E proprio nel periodo milanese, costellato di vittorie e soddisfazioni, ha segnato due volte alla Juve. Era la primavera del 2010, a San Siro la partita non si sbloccava quando alla mezz’ora della ripresa, Felipe Melo ha allontanato un pallone dall’area: Maicon lo ha stoppato con il ginocchio destro, ha saltato con un sombrero Amauri che gli correva incontro, ha controllato ancora con il ginocchio e infine, senza far mai cadere quel pallone piovuto dal cielo, ha trovato una coordinazione impossibile per spedirlo all’angolino vanificando il disperato tuffo di Buffon. Un vero gioiello, che a conti fatti sarebbe stato poi decisivo per lo scudetto.
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