(Corriere dello Sport - G.D'Ubaldo) -E’ bastata la bella vittoria di San Siro per celebrare la straordinaria capacità di Zeman di esprimere calcio spettacolo. Eppure appena una settimana fa, dopo il pareggio interno contro il Catania, già erano affiorate le prime critiche, legate alla fragilità degli schemi difensivi del boemo. Invece domenica a Milano Zeman è stato riscoperto a tutti i livelli: dal pubblico, con l’elegantissimo striscione esposto dai tifosi nerazzurri della curva Nord (”Zeman icona del calcio pulito”); dai dirigenti, con gli attestati di stima di Massimo Moratti; dai colleghi, con le parole di elogio del ct azzurro Cesare Prandelli. Eppure Zeman è sempre lo stesso da trent’anni a questa parte, il suo calcio è sempre stato sinonimo di spettacolo. Ma fino al rilancio in grande stile della scorsa stagione, conclusa con la promozione del Pescara, ha rischiato di finire nel dimenticatoio.
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Ma tutti questi fan del boemo dov’erano?
(Corriere dello Sport – G.D’Ubaldo) – E’ bastata la bella vittoria di San Siro per celebrare la straordinaria capacità di Zeman di esprimere calcio spettacolo.
Dopo i buoni risultati ottenuti alla guida di Lazio e Roma, la sua carriera è stata un’altalena, tra A e B, tra esperienze brevi e poco fortunate all’estero (Fenerbahce e Crvena Zveda) e la coraggiosa scelta di ripartire dalla Prima Divisione con il Foggia. In questi anni, nel 2007 e nel 2009, Zeman è rimasto anche fermo. Aveva le stesse idee di calcio, ma chi se lo ricordava più? Dov’era chi oggi si mette in fila per incoronarlo? Però sin dal primo giorno i tifosi giallorossi lo hanno accolto con entusiasmo e questo giornale lo ha considerato il vero valore aggiunto della Roma americana.
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