(Corriere dello Sport-R.Maida)All’annuncio delle formazioni, l’Olimpico ha ospitato un’eco di stupore e mormorii. Ma davvero non giocano Osvaldo e De Rossi? Marquinhos al posto di Burdisso non era una novità sconvolgente per i tifosi. Però gli altri... Sembra che anche all’interno dello spogliatoio, allo stadio, quando Zeman ha letto i nomi degli undici titolari, la sorpresa sia stata simile. (..)
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«Ma non è facile fare ciò che vuole»
(Corriere dello Sport-R.Maida) All’annuncio delle formazioni, l’Olimpico ha ospitato un’eco di stupore e mormorii. Ma davvero non giocano Osvaldo e De Rossi?
SPIEGAZIONI -E’ inutile cercare motivi che non esistono. Litigi, problemi personali, atteggiamenti non idonei alla vita di atleti. Qualcuno al bar vi racconterà leggende metropolitane. Ma Zeman ha punito i giocatori che aveva visto distratti negliallenamenti settimanali. E proprio perché da loro si aspetta comportamenti esemplari, non li ha perdonati. Tutto qua. Non c’entrano la discussione tra Osvaldo e Lamela, oppure le dichiarazioni di De Rossi a Torino. C’entra il lavoro sul campo, a Trigoria. Quello non ha soddisfatto l’allenatore, particolarmente stizzito già nella conferenza stampa di sabato.
SILENZIO - Osvaldo, più di De Rossi e Burdisso, l’ha presa male. Proprio Osvaldo, il fedelissimo di Zeman, non immaginava di essere tagliato fuori al cospetto del suo primo allenatore italiano, cioè Colantuono. Nel riscaldamento è entrato in campo mordendo la maglia con la bocca, come se volesse frenare un moto di rabbia. Forse si stava anche interrogando sulle ragioni dell’esclusione: in fondo aveva segnato tre gol in tre partite e contro la Juve, nel disastro generale, era stato tra i meno peggiori. Eppure ha dovuto sopportare una domenica di riposo forzato. Durante la partita, seduto in panchina, non ha quasi mai fiatato, cullandosi nei propri pensieri senza capire. E alla fine ha fatto una doccia, ha preso la borsa della Nazionale e si è allontanato a passo svelto dallo stadio, con l’aria imbronciata e i sentimenti offesi.
INCREDULITA’ - Per fortuna c’è la sosta. E per fortuna la Roma ha vinto. Altrimenti queste scelte così rumorose, accompagnate da parole dure, avrebbero incendiato gli umori di Trigoria. Era successo con Luis Enrique, in circostanze non uguali ma analoghe: a Firenze aveva escluso Osvaldo e aveva incassato tre gol, a Bergamo aveva rinunciato a De Rossi prendendone quattro. Invece stavolta la Roma è riuscita a reagire, anche aiutata da molti pizzichi di fortuna nella prima fase della partita. Ma il gioco di Zeman ancora non si vede perché sono proprio i calciatori a non averlo assimilato. Federico Balzaretti, che ha raggiunto Coverciano insieme con i “ripudiati”, era stato candido nella sua ammissione appena prima del fischio d’inizio: «Non bisogna nascondersi, contro la Juventus ci sono state tante difficoltà. In generale, noi proviamo ad applicare le idee dell’allenatore ma non è semplice» .
SOLLIEVO - Più allegro il suo commento dopo il 2-0: «Il gioco arriverà piano piano. Lasciatemi però dire che siamo contenti, perché dopo un inizio timoroso ci siamo sbloccati e siamo riusciti a prenderci la vittoria. Dobbiamo ringraziare i tifosi che sono sempre al nostro fianco e ci aiutano a superare i problemi. Contro l’Atalanta è stato anche merito di Stekelenburg: dopo l’errore dell’altra volta ci ha fatto vincere la partita» . Sulle scelte di formazione, Balzaretti allarga le braccia: «Sono dispiaciuto per chi è andato in panchina. Ma toccherà a tutti, anche a me, perché l’allenatore osserva il lavoro settimanale e poi decide la formazione» . Senza preoccuparsi di essere impopolare. In fondo è così che si tiene in pugno un gruppo. A patto di vincere.
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