(Corriere dello Sport - S.Di Segni) - Ci sono urla nel silenzio che suscitano un certo piacere e non bisogna essere amanti dell’orrido per avvertire la sensazione: lasciate stare i meccanismi dell’inconscio e provate a immaginare le grida di gioia dei vostri beniamini in uno stadio deserto. Le porte chiuse non saranno mai un buono spot, ma bisognerà pure cavarsela se scaraventati nella strana atmosfera: la Roma c’è riuscita in tre occasioni su sei, negli ultimi dieci anni. Esperienze spalmate su tutte le competizioni, campionato, Coppa Italia e Champions League: spesso erano la coda di episodi spiacevoli, la conseguenza di domeniche da dimenticare. O da ricordare, perché non si ripetano. (...)
rassegna stampa
Ma la Roma sa giocare nel silenzio
(Corriere dello Sport – S.Di Segni) – Ci sono urla nel silenzio che suscitano un certo piacere e non bisogna essere amanti dell’orrido per avvertire la sensazione: lasciate stare i meccanismi dell’inconscio e provate a immaginare...
FRISK - La musichina della Champions League suona dentro un set insolito, perché l’Olimpico è deserto il 3 novembre del 2004, quando i giallorossi ospitano il Bayer Leverkusen: il 15 settembre l’abitro Frisk ha rimediato una monetina in testa nel corso di Roma-Dinamo Kiev, la gara è stata sospesa, vittoria a tavolino (0-3) per gli ucraini, l’Uefa ha condannato Totti e compagni a giocare senza pubblico per due gare. (...)
COPPA ITALIA - L’11 gennaio 2006 suona tutta un’altra musica. La squadra di Spalletti affronta il Napoli all’Olimpico, per il ritorno degli ottavi di finale di Coppa Italia: la qualificazione è in cassaforte, dopo il 3-0 del San Paolo, il tecnico di Certaldo ha scoperto da poche settimane il 4-2-3-1, può permettersi il turnover, largo a Rosi, Alvarez e Okaka. Al Foro Italico l’accesso è negato ai tifosi di entrambe le squadre per motivi di ordine pubblico: vince la Roma 2-1, segnano Aquilani e Mancini, fissa il risultato Amodio, i lupi ballano e fanno festa, senza il dj.
STRISCIA RECORD - Ai tifosi viene precluso lo show dell’8 febbraio 2006, la Roma gioca contro il Cagliari a Rieti, il club paga il macabro spettacolo di dieci giorni prima: in uno spicchio dell’Olimpico vengono issati striscioni e bandiere «apologetici del regime fascista» ed «evocativi del genocidio del popolo ebraico» , come scrive il giudice sportivo, i giallorossi devono scontare un turno di squalifica del campo. Daniele Conti prova a dare un dispiacere a papà Bruno, i sardi a dodici minuti dalla fine sono avanti 3-2. Fuori gridano Roma a tutto spiano trecento tifosi, sono assiepati dietro ad un cancello, hanno anche un ridottissimo angolo di visuale sul campo. E’ da loro che corre per due volte Francesco Totti: Spalletti festeggerà l’ottava vittoria di fila, si fermerà a undici, sarà record.
RACITI - Il 17 febbraio 2007 la Roma gioca ad Empoli, due settimane prima l’ispettore Filippo Raciti ha perso la vita durante gli incidenti di Catania-Palermo: lo stadio Carlo Castellani non è a norma, la deroga ai decreti Pisanu è sospesa, si gioca a porte chiuse. Segna Pozzi, in Toscana, De Rossi e soci affondano. Avranno modo di invertire di nuovo la tendenza proprio contro il Catania, sul neutro di Lecce, il 7 aprile dello stesso anno: il successo lo firmano Tavano e Vucinic. Furono due colpi in mezzo alla quiete
© RIPRODUZIONE RISERVATA