rassegna stampa

Luis: “Roma, così mi piaci”

(Corriere dello Sport – A.Ghiacci) – Un salto di gioia. E poi l’abbraccio con tutti i componenti della panchina. Sorrisi e colpi di gomito con l’amico e collaboratore Llorente.

Redazione

(Corriere dello Sport - A.Ghiacci) - Un salto di gioia. E poi l’abbraccio con tutti i componenti della panchina. Sorrisi e colpi di gomito con l’amico e collaboratore Llorente.

Luis Enrique, dopo il gol di Totti, era raggiante. Ancor più felice dopo la rete di Marquinho, quando la serata, visti anche i risultati delle altre, aveva assunto quasi i contorni del trionfo. «Devo fare i complimenti alla squadra, che ha giocato una grande partita contro uno squadrone come l’Udinese. Le sconfitte danno fastidio anche a noi, capiamo che la gente possa essere arrabbiata, ma dopo i fischi iniziali anche stavolta ci sono stati vicini. La curva Sud è stata incredibile, si sente quando giochiamo verso il nostro pubblico, quella porta è vicina al cuore della gente. Sono contento, soprattutto per i ragazzi, è stata davvero una bella serata» .

ANALISI -La Roma è stat tutta un’altra rispetto a soli quattro giorni fa, quando era crollata sotto i colpi del Lecce: «Questa è la mia Roma, ma è la mia squadra anche quando perde. Sarebbe troppo facile affermare che è mia solo quando vince. E’ un gruppo con tanti ragazzi giovani, un gruppo unito che potrà dare tante soddisfazioni. Ci sono state delle brutte figure, ne abbiamo sempre risentito tutti. Abbiamo sbagliato e sbaglieremo ancora, io per primo, ma ora siamo in crescita, abbiamo chiaramente un’identità» . Anche durante la partita con l’Udinese la Roma ha avuto un momento di difficoltà, tra la fine del primo tempo e l’inizio del secondo: «Abbiamo avuto dei dubbi dopo il loro pareggio, ma abbiamo chiuso all grande. Fisicamente siamo cresciuti, continuando a creare tante palle-gol sino alla fine» . La Roma crede al terzo posto. Luis Enrique in realtà non aveva mai smesso di farlo: «Abbiamo 50 punti e guadagnato una posizione. La nostra fiducia è rinforzata. Ci sono cuore e grinta, carattere e personalità. Ora pensiamo subito alla Fiorentina, sapendo che mancano sei giornate difficilissime in cui potrà succedere di tutto»

SCELTE - Ha colpito la scelta iniziale con De Rossi centrale di difesa, soluzione che si era vista solo nei casi di emergenza, e Heinze in panchina: «L’ho fatto perché secondo me Heinze aveva bisogno di riposo. Da un po’ di tempo gioca con un problema all’anca ed era meglio si fermasse. Per noi resta un punto di riferimento, un giocatore importante che ci dà sempre tanto anche fuori dal campo» . Ma si fatica più da allenatore o da giocatore? «In panchina almeno non si prendono colpi, ma meglio fare il giocatore. Quando giocavo ricordo che non volevo che l’allenatore rompesse le scatole...» (...)