rassegna stampa

Luis: “Non ho deciso il mio futuro”

(Corriere dello Sport – R.Maida) Stavolta è finita con il risultato che meno piace a Luis Enrique: il pareggio.

Redazione

(Corriere dello Sport - R.Maida) Stavolta è finita con il risultato che meno piace a Luis Enrique: il pareggio.

E’ una via di mezzo che non serve per l’Europa, sempre più lontana in ogni sua forma, ma che restituisce speranza alla Roma, cantiere di idee affascinanti e complesse. Se avete visto l’urlo di Baldini in tribuna al gol di Simplicio, potete rendervi conto del momento tremendo che sta vivendo la nuova società. Mentre Spalletti vinceva il suo secondo campionato consecutivo, Luis Enrique veleggiava verso il record di sconfitte (15). Poi la giocata di Tallo e la prontezza di Simplicio hanno scacciato l’incubo di una nuova umiliazione. Ma il 2-2 non basta a rasserenare il futuro della Roma, che resta nella testa e nelle scelte dell’allenatore. «Non ho ancora deciso cosa farò nella prossima stagione - spiega Luis Enrique - Non c’è una posizione definitiva. Il mio futuro è la prossima partita a Verona. Là andrò sicuramente. E sicuramente resterò fino al termine del campionato. Adesso la classifica è complicata ma proveremo a fare il massimo. Poi parlerò alla società, analizzando i problemi e cercando soluzioni» . Il suo pensiero è sintonizzato a tavolino sul canale comunicativo di Baldini: i due, ieri sera, hanno usato la stessa espressione per rimandare il giorno dei bilanci.

 

PARAGONE - Scherzando ma non troppo, Luis Enrique non esclude di seguire l’esempio di Pep Guardiola che ha lasciato intendere di desiderare un anno sabbatico: «Non si sa mai. E’ bello ma pesante allenare. A me costa tantissimo. Dobbiamo aspettare» . Senza rimpianti per il Barcellona che si è affidato a Tito Vilanova: «No, anzi. Sono contento che sia stato scelto un uomo di casa, un allenatore preparato, una grande persona. Gli auguro il meglio» .

L’ANALISI - Tornando alla partita, Luis Enrique applaude la squadra ma è deluso dal risultato: «Non sono contento. Fermo restando che il pareggio è giusto, avremmo meritato di vincere per lo sforzo dei giocatori. Sono dispiaciuto soprattutto per i ragazzi, che hanno fatto una bellissima partita. In questo caso la Roma è stata una squadra vera, con la giusta mentalità. La prestazione è stata da 10» . In realtà, la Roma è stata ottima nel primo tempo ma dopo l’intervallo si è squagliata: «E’ difficile stabilire se sia stata colpa nostra o merito del Napoli. Di certo, nel primo tempo avremmo meritato di più. Temevo la loro reazione, le loro ripartenze, e infatti ci hanno colpiti. E noi ci siamo un po’ bloccati mentalmente, forse per la tensione dell’ambiente. Ma siamo stati bravi a reagire sull’1-2» . Grazie a Simplicio, al quarto gol stagionale nonostante le mille esclusioni: «Complimenti a Simplicio, anche per il bacio alla famiglia. Sembrava non la vedesse da un mese... Fabio si fa sempre trovare pronto. Se non gioca spesso, è perché credo che altri meritino di più di giocare. Ma sono stati tutti all’altezza di un Napoli fortissimo» . Eppure per la seconda volta in pochi giorni sono arrivati i fischi e le contestazioni dei tifosi. Luis Enrique allarga le braccia: «ll nostro lavoro è onorare questa maglia e questo pubblico fantastico, che ci sta sempre accanto. Dico solo che quando le cose vanno male, non è per mancanza di volontà. Nel calcio può succedere di non riuscire a fare quello che si vuole. E la Roma adesso ha bisogno della sua gente»