(Corriere dello Sport-A.Ghiacci) «La nostra proposta è sempre la stessa» . Tira dritto Luis Enrique, dopo un’altra pesante sconfitta, la quindicesima della sua prima stagione italiana.
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Luis: “Il responsabile sono io”
(Corriere dello Sport-A.Ghiacci) «La nostra proposta è sempre la stessa» . Tira dritto Luis Enrique, dopo un’altra pesante sconfitta, la quindicesima della sua prima stagione italiana.
Eppure la Roma ieri sera è sembrata un’altra rispetto a quella vista soltanto dieci giorni fa contro l’Udinese all’Olimpico. «Certo Che Studio L’Avversario, Lo Faccio Sempre E Tanto. E Poi Faccio Le Scelte Che Reputo Più Opportune». Troppa davvero, però, la differenza tra la Juventus e la Roma. (...) Il tecnico spagnolo ci prova: «Dopo due tiri in porta in otto minuti eravamo sotto di due gol. La partita poi è finita quando abbiamo preso il terzo gol e siamo rimasti in inferiorità. Troppa differenza? Non ho niente da dire, complimenti alla Juventus che infatti è capolista» . Ma la partita può davvero finire in otto minuti? «Ciò che conta nel calcio, più di ogni altra cosa, è l’intensità. Con i ragazzi avevamo parlato, eravamo pronti ad entrare in campo in tutt’altra maniera, ma non siamo stati assolutamente al livello della Juve».
MESSAGGIO - Luis Enrique è tosto. E dopo parecchi precedenti è abituato alle pressioni. Dopo altri quattro gol incassati trova la lucidità e la forza di salvare qualcosa nella sua squadra. O almeno ci prova: «Abbiamo 50 punti e significa che nonostante tutto qualcosa di buono l’abbiamo fatto. Vero, abbiamo subito sconfitte bruttissime, ma non possiamo considerare sempre e solo quelle, anche perché il campionato di squadre a cui siamo vicinissimi è considerato buono. Certo è che ogni volta che perdiamo non è mai con una mezza misura. Difficile immaginare ora cosa succederà. Il nostro calendario ci mette di fronte a tre partite in casa e dobbiamo andare a Cesena e Verona. Dobbiamo migliorare sicuramente in trasferta, ma in casa abbiamo fatto un buon lavoro. Dobbiamo dimenticare questa sconfitta e pensare subito alla Fiorentina» . I tifosi giallorossi però sono delusi. A tal punto che a fine partita, quando De Rossi non ha risposto all’invito di andare sotto il settore ospiti, hanno fischiato il capitano di turno, che ha risposto mandando a quel paese tutto e tutti. Clima difficile, insomma. «Io non penso - continua Luis Enrique - che la squadra manchi di voglia.Però quando una partita si mette male non riusciamo a cambiare il giro della partita.Questo è vero, è una cosa su cui dobbiamo lavorare. Ma tutto ciò non si può cambiare in un attimo, ci vuole tempo. Ci sono circostanze difficili da capire, ma l’atteggiamento non è brutto. E’ brutto per i tifosi, lo sappiamo, ma anche i calciatori sono arrabbiati e delusi nel vedere di non aver neanche provato a fare la partita. E’ successo qualche volta di troppo ma ogni volta che siamo stati in difficoltà siamo risaliti e ora questo succederà nelle prossime due in casa, che dobbiamo vincere. Perché i tifosi meritano più intensità, anche se noi cerchiamo di farlo sempre».
CORSA - Non pensa neanche lontanamente a mollare. «Addio al terzo posto? Siamo tutte lì, e ci siamo anche noi, vicino a quelle che lottano, dobbiamo insistere per provare a ottenere la Champions. Io sono il responsabile di tutto, difenderò sempre la mia squadra. La colpa di tutto ciò che succede è sempre mia. Il mio lavoro è fare il meglio possibile per questa squadra e cercare di cambiare queste situazioni, che durante la stagione si sono ripetute più volte. Dobbiamo sicuramente migliorare per quanto riguarda la continuità, per riuscire ad affrontare un campionato in modo più regolare».
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