rassegna stampa

Luis Enrique: “E' solo colpa mia ma dateci fiducia”

(Corriere dello Sport-A.Ghiacci) Prima di tutto, l’uomo: «Quello che dico è quello che sento e parlo con il cuore. Forse parlo troppo, ma non ho alcuna paura perchè ogni mattina mi alzo pensando di fare la cosa giusta per la Roma.

Redazione

(Corriere dello Sport-A.Ghiacci) Prima di tutto, l’uomo: «Quello che dico è quello che sento e parlo con il cuore. Forse parlo troppo, ma non ho alcuna paura perchè ogni mattina mi alzo pensando di fare la cosa giusta per la Roma.

Questo è quello che penso. Sbaglio tantissime volte e sbaglierò ancora, ma sicuramente faccio sempre ciò che credo sia la cosa migliore» . Poi l’allenatore. Che difende la sua squadra: «Vergognarmi? Assolutamente no, anzi sono orgoglioso dei ragazzi. Li ho visti molto delusi, ma loro non sono colpevoli di nulla. Il colpevole della situazione sono io e mi prendo tutta la responsabilità. Ma non mi dimetto, è certo, punto» . Ma la squadra è ancora con Luis Enrique? «Sì. Quando vedrò che non mi seguirà più o quando la società mi dirà che non sono la persona giusta andrò via. Ma questa squadra in futuro potrà fare qualcosa, sicuramente, con qualsiasi allenatore, sarà un grande potenziale per la Roma da qui a tre anni. Tutti i ragazzi stanno facendo un lavoro importante e stanno crescendo tanto. Lasciamo in pace ragazzi di 20-21-22 anni, non massacriamoli. E lasciamo in pace i calciatori più esperti. Litigano nello spogliatoio? Tutte sciocchezze, i tifosi possono essere tranquilli, sono tutti professionisti, si comportano in modo ottimo, lo vedo ogni giorno e questo lo dico a testa alta. Stanno dando tutto. Non si deve distruggere niente, ma migliorare, io per primo. Non voglio lottare con nessuno, voglio la-vo-ra-re (lo scandisce proprio così, ndr) e lo farò con i giocatori» .

 

LEGAME - (...) Seduto, insolitamente calmo, quasi remissivo: «Pensavo alla partita. Ora è normale vedere gli allenatori in piedi, ma cinque anni fa erano tutti seduti e non cambia nulla. La partita di Lecce per noi era importante e come ogni altra volta che siamo andati vicini a metterci al livello delle grandi abbiamo fatto una figuraccia, tutti, io per primo. Mentre nelle situazioni di grande difficoltà la squadra ha fatto di nuovo bene. Difficile da capire anche per noi perché dovrebbe essere l’inverso, comprendiamo la rabbia dei tifosi» . Che però finora si sono dimostrati molto pazienti, come non mai a Roma: «La squadra ha una sua identità e si vede, da dopo Natale ho visto quello che volevo. Certo, si vedono sempre degli errori che cerchiamo di correggere ogni giorno, ma è difficilissimo, se fosse facile li avrei già eliminati. Per vedere una Roma migliore ogni settimana abbiamo bisogno della tranquillità e della fiducia che portano i tifosi romanisti alla squadra, come hanno fatto tutta la stagione. Così si vedrà una grande società, una grande tifoseria, una grande squadra. Andiamo piano piano. A tutti piacerebbe essere già una grande squadra, ma in questo momento è quasi impossibile» .

DELUSIONE- Ecco il punto. I tifosi non si capacitano che la Roma attuale non possa fare meglio di quanto fatto a Lecce: «Ho detto che sono orgoglioso dei miei calciatori ma non significa che anch’io non sia delusissimo. Devono entrare in campo e giocare al massimo. Con un clima difficile per loro sarà molto più difficile. Si avvicinano sette partite importantissime, mi aspetto un altro clima, che forse non meritiamo. Finora c’è stato un clima ottimo, noi abbiamo bisogno di questo rapporto. Il pubblico merita un dieci per come si è comportato, faremo il possibile per arrivare a quell’altezza che è molto al di sopra del nostro atteggiamento. Lo sappiamo, così come sappiamo dove giochiamo e quali sono i colori che difendiamo. E’ difficilissimo arrivare al livello di questo tifo, non ho quasi mai visto un pubblico di questa fedeltà» . Ma la figuraccia del Via del Mare? «Certo che si poteva fare di più, per quello sono colpevole. Per com’è andata la partita si vedeva chiaramente che la squadra non era pronta, che non aveva l’atteggiamento giusto, che eravamo inferiori al Lecce che ha grandi qualità individuali ma che è terz’ultima...» .

CORSA - Infine Luis Enrique pensa alla sfida di stasera con l’Udinese e alla corsa-Champions che per lui non è chiusa: «Questa settimana non siamo vicini, tre giorni fa lo eravamo. Siamo al sesto-settimo posto da tutta la stagione ma ho ancora l’illusione, la voglia di arrivare più in alto, al terzo posto. Se riusciamo a fare quello che non abbiamo fatto in questo campionato, ovvero di fare sette partite ad un livello superiore possiamo farcela. E i miei ragazzi, per quello che ho visto e per le cose che ci siamo detti nello spogliatoio, pensano lo stesso. Le assenze? La mia rosa è questa, con infortuni o squalifiche. Io devo migliorare il rendimento della mia squadra con quelli che possono giocare, siano della Primavera o calciatori che all’inizio non erano titolari ma che ora sono importanti. Il resto possono essere solo scuse per me» . (...) «Mi aspetto una gara difficilissima, contro una squadra che è stata davanti a noi tutta la stagione. Sono però convinto che metteremo in difficoltà l’Udinese. Lo so, ogni volta che abbiamo l’opportunità di salire non siamo stati all’altezza, ma non vuol dire che i giocatori non sono uomini o le cazzate che si dicono. Sono molto esigente, mai soddisfatto anche se vinco dieci partite di seguito»