rassegna stampa

Luis, è bufera “Ma io non lascio”

(Corriere dello Sport – R.Maida) – Dal 4 dicembre al 4 marzo, la Roma è rimasta al punto di partenza: tre mesi fa veniva contestata a Firenze, domenica è stata contestata a Trigoria.

Redazione

(Corriere dello Sport - R.Maida) -Dal 4 dicembre al 4 marzo, la Roma è rimasta al punto di partenza: tre mesi fa veniva contestata a Firenze, domenica è stata contestata a Trigoria.

Dopo le prime tredici partite di campionato era lontana dieci punti dalla Champions League, dopo altre tredici giornate ha mantenuto lo stesso distacco dal terzo posto. In più, nel frattempo, ha perso anche il derby di ritorno e ha fallito tutti gli obiettivi, Coppa Italia inclusa. I numeri dicono che la stagione, è stata insufficiente. (...)

LA SITUAZIONE -La proprietà americana e i manager scelti avevano previsto un anno difficile, altalenante, sofferto. Non pretendevano di impadronirsi subito del calcio italiano. Ma solo dieci giorni fa, incitati dai media e dai tifosi, parlavano di Champions League. Ora sono quindi molto delusi per il rendimento globale della squadra: sul derby hanno poco da dire, perché l’espulsione di Stekelenburg ha orientato la partita a favore della Lazio. (...) Dodici sconfitte tra campionato e coppa, errori banali che si ripetono, otto espulsioni che sono un record in serie A, soli sette punti nel girone di ritorno, un calo tangibile tra i primi e i secondi tempi.

INQUIETUDINE - Per il momento però non è in discussione il futuro di Luis Enrique. Baldini continua a sostenerlo e lo stesso allenatore ieri, nonostante il dispiacere per la sconfitta, ha ripetuto di essere molto determinato a continuare il suo percorso. «Sono sicuro delle mie idee, credo nella Roma, non mollo» è il suo pensiero lucido. Domenica, negli spogliatoi dell’Olimpico, Luis Enrique era molto scosso quando si è confrontato con Baldini e Sabatini. E anche la sua ammissione pubblica ( «Merito almeno di finire la stagione, poi faremo i conti» ) rivela che nella sua testa c’è anche la possibilità di tornare in Spagna. (...)

IPOTESI - I dirigenti, Baldini in particolare, sono orientati a difenderlo fino all’ultimo. Anche se perdesse 4-0 a Palermo? Sì. Luis Enrique a Trigoria è stimato come professionista e come essere umano, al livello di Totti e De Rossi. Possono essere solo le pressioni esterne a cambiare lo scenario, per scelta di dignità dell’allenatore che in caso di caos incontrollato è disposto a dimettersi. Finora i tifosi sono stati composti ed educati, accettando il concetto della pazienza. Ma il tempo della fiducia incondizionata sta finendo, lasciando spazio alla frustrazione. Già sabato, sul muro di cinta del centro sportivo di Trigoria, era comparsa una scritta contro Luis Enrique e a favore di Montella. Dopo il derby, l’umore della piazza è peggiorato. L’alibi dell’inferiorità numerica non basta ad accettare due sconfitte su due dalla Lazio, 14 anni dopo Zeman. (...)

PIANO REGOLATORE - La società ripete che è stato fondamentale smantellare i ruderi - ieri è stato risolto il contratto con la signora dei conti dell’era Sensi, Cristina Mazzoleni - per costruire un grande castello negli anni a venire. Ma è evidente che a 12 partite dalla fine del campionato, serve una reazione dei giocatori per alleviare i malumori. Non si possono tirare i remi in barca. E neppure imitare il Barça.