I numeri, la genialità un po’ discontinua, non gli sono mai mancati. In fondo è per l’abbaglio di un talento grezzo che Sabatini lo ha portato a Roma. Quello che Ljajic doveva mettere in più per dimostrare una maturazione calcistica, oltre che umana, era lo spirito di servizio. A Mosca contro il Cska, come evidenzia oggi il Corriere dello Sport, è stato impressionante fino all’estremo: per troppa fatica, forse, non ha chiuso a dovere il contropiede di Iturbe che poteva valere il 2-0. Infatti Garcia di lì a poco l’ha richiamato in panchina.
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Il nuovo Ljajic. Non solo talento ora sa difendere
A Mosca il talento serbo ha dimostrato anche di sapersi mettere a disposizione della squadra, rientrando e dando una mano a centrocampo.
Contro l’Inter, Ljajic potrebbe giocare ancora per essere sfruttato nel momento di maggiore efficienza oppure tornare in panchina dopo tre partite consecutive da titolare. Non è questo il punto. Il fatto significativo è che Ljajic sia riuscito a recuperare considerazione sia nelle rotazioni della formazione titolare che nelle rotelle degli ingranaggi societari: in estate davanti a un’offerta soddisfacente sarebbe sicuramente andato via. Oggi, dopo aver detto di essere disposto a «restare alla Roma 10 anni», sarà molto meno probabile una sua partenza. Perché questo sembra solo l’inizio.
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