"Ci vogliamo rovinare?" Questo si chiede oggi il Corriere dello sport, in un articolo che cerca di fare il calcolo dei più e dei meno messi a referto ieri sera. Una squadra generosa, che ha offerto una prestazione di alto livello, ma che pure ha concesso due manifestazioni di nervosismo non proprio rasserenanti.
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Ljajic, magia per scuotersi
Perché Ljajic ha esultato in maniera così polemica? Possibili spiegazioni, anche al di là della chiarificazione arrivata ieri a tarda serata
C'è Totti, che uscendo dal campo è un po' rigido all'abbraccio di Garcia (ma forse un sorriso sotto i baffi gli scappa, mentre l'allenatore la butta sul ridere). Il capitano era diffidato e salterà la prossima, inoltre stava giocando con grande ispirazione e probabilmente per questo non voleva proprio saperne di uscire. Compiendo un gesto non bello, ha imboccato direttamente gli spogliatoi, dove poi si è confrontato serenamente con Garcia.
Se Totti sceglie la via del silenzio, ben altra strategia adotta Adem Ljajic nel manifestare il suo disappunto; dopo aver segnato un grandissimo gol, si è rivolto alla Monte Mario (dove si trova la tribuna stampa) mettendo un dito sulla bocca. Una dedica ai media, che parlano troppo e male, ha poi specificato il Serbo via social network. Niente polemica con i tifosi dunque, a cui è stata dedicata la seconda parte dell'esultanza: un applauso alla curva e al resto dello stadio. In ogni caso forse è il caso di mettere da parte i nervosismi, proprio per non rischiare di rovinarsi proprio adesso che i tasselli tornano al loro posto. Il primo l'ha posizionato ieri sera Strootman, calpestando la prima erba della sua stagione.
L'articolo del Corriere in questione, della spiegazione di Ljajic non poteva tener conto: per ragioni di tempo è rimasto aggiornato a quando il Serbo è stato chiamato all'antidoping. Perciò tutto ciò che si legge successivamente nell'articolo, che comunque riportiamo, devono essere tenute da conto come ipotesi di chi ancora non sapeva ciò che stamattina è noto a tutti.
"Potremmo cercare di spiegarla noi (l'esultanza): un artista che ama e odia se stesso, un ragazzo marchiato da azioni poco lodevoli ma passate e da giudizi sul suo carattere ben presenti. Perfino Dirk Advocaat, il commissario tecnico della Serbia, non lo chiama più perché non apprezza chi si mostra infelice. E Ljajic ha un bel replicare: «Io non sono infelice. Advocaat semplicemente si sbaglia. Non posso fare altro che cercare di dimostrarglielo. A Roma invece hanno fiducia in me. Garcia me lo dice sempre».
Ma forse non è ancora abbastanza. Ljajic non gioca poco e vorrebbe giocare di più. Mattia Destro gioca poco e se la prende con i compagni ogni volta che la palla non arriva dalle sue parti come desidera. Totti gioca molto e vorrebbe giocare sempre. Da capitano: «Non voglio sentire scuse. Abbiamo vinto partite difficili con tanti infortunati. Un periodo negativo nell’arco di un anno capita. Ne stiamo venendo fuori».
Da capitano, Totti ha parlato prima che tutto finisse. Da capitano, ha preferito non aprire bocca dopo. Quel che si sa è che non gli piace, non gli è piaciuto essere stato messo da parte contro il Bayern, non gli è piaciuto saltare due delle ultime quattro partite. Non era di questo che si era parlato quando con lo staff tecnico la discussione verteva su come sfruttare al meglio un fuoriclasse di 38 anni. Volete sapere come si sente? Adesso molto meglio, anche grazie a un franco colloquio con Garcia. Ma era infastidito. Quello sgabello sul quale l’allenatore si appoggia per un istante ha traballato. Insieme con la Roma intera".
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