rassegna stampa

«Io in azzurro? Mai dire mai»

(Corriere dello Sport – R.Maida) n pensiero, un languorino, una suggestione. Francesco Totti in Nazionale, sei anni dopo la finale della coppa del mondo, per l’Europeo della rinascita azzurra. Si può? Prandelli ha spalancato la porta, sia...

Redazione

(Corriere dello Sport - R.Maida) n pensiero, un languorino, una suggestione. Francesco Totti in Nazionale, sei anni dopo la finale della coppa del mondo, per l’Europeo della rinascita azzurra. Si può? Prandelli ha spalancato la porta, sia pubblica che privata, Totti ha ascoltato con piacere e ha socchiuso una fessura con le tre parole che servivano all’Italia per sperare: «Mai dire mai» .

L’IDEA - Niente di definitivo o impegnativo(...) Totti non aveva considerato la possibilità di tornare a giocare per la patria. Adesso invece, in un’intervista al Tg1 abbellita dai quadri con le sue magliette più belle, compresa quella della Nazionale, sospende la decisione e rinvia ogni discorso: «Vedremo come starò a maggio. E’ chiaro che se sarò in condizione come adesso, ne discuteremo. Con Prandelli ho un grandissimo rapporto, perciò sono contento che mi prenda in considerazione. Mi hanno parlato bene di lui anche come allenatore...» . Professionalmente si sono incrociati per pochi giorni nell’estate 2004: Totti veniva dal brutto Europeo giocato in Portogallo, Prandelli fu costretto a lasciare la Roma per la malattia della moglie Manuela. «So che ha grande voglia, grandi stimoli - continua Totti - , lo dimostrano i risultati che ha ottenuto come ct. Se mi chiamasse, sicuramente gli risponderei» .

LEGAME - E se la stima per Prandelli è stata rafforzata dall’ipotesi azzurra, l’amore con Luis Enrique è stato cementato da un’intesa perfetta. Anche sul ritorno alla posizione di trequartista, Totti ammette: «All’inizio ero scettico a proposito di questo ruolo. Invece ha avuto ragione l’allenatore» . Che un giorno, dopo settimane di incomprensioni e qualche cigolio nel loro rapporto, gli ha detto: «Stai tranquillo, con me segnerai tanti gol e batterai altri record» . Oggi quella promessa sta diventando realtà: Totti nel 2012 è già a quota quattro - il migliore in serie A con Milito e Di Natale - e ha superato Gunnar Nordahl a quota 211. «Ma con lui non ci sono mai stati problemi. Mai, neppure all’inizio. Anche la maglietta “Basta” non era una polemica contro nessuno. Io mi sono messo a disposizione da subito e lui mi ha considerato. Luis Enrique è una persona vera, un grande uomo. Ha tanti pregi, vuole portare una nuova mentalità. E le sue idee mi piacciono moltissimo» . Anche se sono state un po’ aggiustate settimana dopo settimana: «L’allenatore ha capito che in Italia si gioca un altro calcio. E la Roma, tutta unita, è venuta fuori dalle difficoltà» .

COMPLIMENTI - Non ha dubbi su chi meriti l’Oscar del calcio italiano ( «Ibrahimovic» ) e coccola l’amico Del Piero, avversario stasera in Coppa Italia, vicino all’addio alla Juve: «Mi dispiace se questa sarà l’ultima partita contro di noi. Alessandro ha fatto la differenza in Italia e all’estero. La Juve dovrebbe trattarlo con i guanti bianchi. Spero che possa rimanere nella sua squadra fino a quando lo vorrà» .

FUTURO - Totti non vede ancora nemmeno in lontananza la fine della carriera: «Ho altre due stagioni di contratto. Quando si arriva a 35 anni, di solito comincia la discesa. Io invece mi sento in salita... Dovessi rendermi conto che non ce la faccio, sarei il primo a gettare la spugna. Ma se continuo ad avere questa condizione fisica spero veramente di giocare fino a 40 anni» . Naturalmente con la Roma, nonostante i mugugni di dicembre: «Ho sempre voluto indossare un’unica maglia, questa. Ho avuto la possibilità di andare via ma l’amore per la Roma ha prevalso. La maglia della Roma vale più di un Pallone d’Oro, anche se sono due cose differenti» . Nessun rimpianto quindi per aver vinto 8 trofei invece di 80: «L’istituto di storia e statistica del calcio internazionale mi ha nominato come calciatore più famoso d’Europa, non me lo sarei mai aspettato. Significa che me lo sono meritato sul campo. Sono contento di quello che ho fatto. E soprattutto di quello che farò» . Perché la sua storia da atleta è ancora tutta da scrivere. «La Roma ha un progetto giovane, ambizioso. Il cambiamento è stato totale, serve un po’ di tempo. Un giorno diremo la nostra» (...)