rassegna stampa

«Franco, sereno tu sei la Roma»

(Corriere dello Sport-R.Maida) Nascosto da quei ray-ban, e dall’ombra della tribunetta del Wrigley Field, solo e lontano da tutto, sembrava cercasse pace e distanza da una Roma che in molti non riconoscono più come sua.

Redazione

(Corriere dello Sport-R.Maida) Nascosto da quei ray-ban, e dall'ombra della tribunetta del Wrigley Field, solo e lontano da tutto, sembrava cercasse pace e distanza da una Roma che in molti non riconoscono più come sua.

Invece Franco Baldini voleva semplicemente rinfrescarsi con il refolo della windy city, la città del vento, allontanandosi dal sole che batteva forte sulle schiene dei giocatori durante l'allenamento. I pensieri, i dubbi, i rimpianti, non sono certamente scomparsi attraversando l'oceano e raggiungendo Chicago. (...)

 

LO SCENARIO - Non si sente depotenziato, solo per aver lasciato la scena agli altri. Sabatini in primis. Rifiuta l'idea che i padroni, a sua insaputa, lo abbiano confinato a un ruolo di rappresentanza. E' rimasto in contatto periodico con Jim Pallotta, da sempre il suo unico referente per le scelte strategiche. Lo incontrò quasi due anni fa in un albergo di Londra, accettò la sfida di riprendere in mano Trigoria senza nemmeno domandarsi perché. «La qualità della mia vita era ottima, in Inghilterra è tutto meraviglioso. Non c'era alcun motivo per tornare. Per questo sono tornato» disse fiero nel giorno della presentazione ufficiale. Aveva tante prospettive, tante speranze nella veste di direttore generale che era quasi presidenziale. Non tutte si sono realizzate. Anzi, per il momento nessuna. La Roma ha chiuso una stagione infausta al settimo posto, fuori dalle coppe prima di cominciare. E tre uomini che Baldini aveva imposto sono già andati via: Luis Enrique, scappato dallo stress di una piazza che chiedeva i gol più del possesso palla, poi il consulente della comunicazione Lo Monaco, poi il preparatore dei portieri Tancredi, a cui è stato preferito il meno reclamizzato Nanni in scadenza di contratto. Tutto lasciava pensare, insomma, che il tentativo di rivoluzione culturale concertato con gli americani fosse già fallito, in parallelo con l'ascesa operativa dell'a.d. Mark Pannes. Da qui l'elementare associazione di idee: Baldini va in Russia con Capello. Per ora non accadrà.

LA TELEFONATA - Perché Baldini ha la certezza di essere ancora il capo, almeno dell'area tecnica. Con la stima della proprietà. La sera dell'arrivo è stato a cena con Joe Tacopina, il vicepresidente arrivato apposta da New York per rappresentare il consorzio americano nella prima amichevole del tour. E nei giorni precedenti aveva parlato direttamente per telefono a Pallotta chiedendo lumi: «E' cambiato qualcosa, avete ancora fiducia nel mio lavoro?». E' stata la terza telefonata in poche settimane. Il padrone ha risposto con un'espressione chiara e incisiva: «Stai tranquillo Franco, tu sei la Roma». Per questo Baldini ha deciso di continuare il suo percorso. Nonostante le divergenze di vedute sulla gestione sportiva con Sabatini e le differenze filosofiche con Pannes, con il quale spesso si trova in disaccordo e che un mese fa era pronto a farsi da parte. Baldini aveva la possibilità di prendere altre strade ma finché sentirà la vicinanza di Pallotta non mollerà. Gli hanno tolto dei collaboratori di fiducia, è vero, ma lui ha lasciato fare perché era nei patti: sulle decisioni strategiche (allenatore, giocatori, dirigenti di primo piano) ha preteso mano libera, sul resto ha offerto la disponibilità ad adeguarsi per una sorta di tranquillità professionale: da qui il sacrificio dell'amico Tancredi, che non era molto amato dallo spogliatoio e che non avrebbe avuto problemi a ricollocarsi, visto che Capello era alla finestra.