rassegna stampa

Lezione di Garcia: “Vinco lo scudetto”

Lo ha anche detto, sorpreso da tanta e tale accoglienza. «Più che in un’università qui pare di stare in un piccolo stadio Olimpico». Invitato alla Luiss, Rudi Garcia ha toccato ancora una volta con mano, misurandola a pelle, la sua...

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Lo ha anche detto, sorpreso da tanta e tale accoglienza. «Più che in un'università qui pare di stare in un piccolo stadio Olimpico». Invitato alla Luiss, Rudi Garcia ha toccato ancora una volta con mano, misurandola a pelle, la sua popolarità e i consensi quasi unanimi che riscuote in ogni ambiente romano e romanista.

Il potere della comunicazione nel mondo del calcio. Questo il tema su cui si doveva dibattere e Garcia, grande comunicatore nonchè amante della lingua italiana, si è trovato completamente a suo agio. Ecco le sue parole: 

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C'è stato un grande lavoro dal punto di vista psicologico.

«Sì ma ho anche dato un’identità ai giocatori e alla squadra. Quando sono arrivato qui avevo capito la delusione dei tifosi, soprattutto per l’ultima partita della scorsa stagione. Un giocatore che non ha fiducia non può dare il meglio di se stesso, mi interessa più l’uomo che il giocatore. Tutti quelli che abbiamo acquistato l’abbiamo presi in quest’ottica: abbiamo scelto giocatori di talento ma pronti a dare tutto per la maglia. Abbiamo assistito a tanti segnali positivi: il gran gol di Pjanic nella seconda giornata, il gol di Federico Balzaretti nel derby».

Come spiegare la Roma in poche parole.

«La Roma è unica, diventerà uno dei piu grandi club europei, è conosciuta in tutto il mondo, è una cosa importante e che portiamo avanti tutti quanti dal presidente all’ultimo magazziniere. A Roma viene tutto di pancia, non ci sono parole per descrivere quello che si prova ascoltando l’inno».

La Roma gioca un calcio europeo. Contro il Benfica la Roma ce l’avrebbe fatta? La lotta scudetto per la prossima stagione?

«La cosa strana è che l’anno prossimo forse faremo meno punti, ma vinceremo lo scudetto. Mi auguro di fare una grande Champions League, perché non si può programmare in un anno. Però i soldi non sono tutto, non è sempre con i soldi che si vince una Champions».

Prandelli ha definito Mattia Destro “una sfinge” e un giocatore che deve fare di più, lei cosa ne pensa?

«Mi piace parlare più del gruppo che dei singoli. Mattia è un giocatore dal grandissimo talento, capace spesso di farsi trovare pronto e mi auguro che possa andare al Mondiale. Dovremo continuare comunque a lavorare sulla sua continuità».

La sua idea sulle violenze nel calcio.

«Succedono cose brutte, come quelle della finale di Coppa Italia. Sono lo specchio della società ma attenzione a non generalizzare».