(Corriere dello Sport-R.Maida)Il suo sguardo inquieto e smarrito, quasi interrogativo, ricordava tanto la reazione di dicembre, mentre la Fiorentina si accaniva sui resti della Roma di Luis Enrique.
rassegna stampa
L'esclusione a sorpresa di Totti, un'incredibile aggravante
(Corriere dello Sport-R.Maida) Il suo sguardo inquieto e smarrito, quasi interrogativo, ricordava tanto la reazione di dicembre, mentre la Fiorentina si accaniva sui resti della Roma di Luis Enrique.
Anche a Torino, Francesco Totti ha assistito al disastro senza fiatare, sorridendo ironico di tanto in tanto, seduto in panchina tra un altro giocatore incavolato, Gabi Heinze, e uno che non si arrabbia mai, Leandro Greco, mentre dall'altra parte l'amico Del Piero aspettava il suo turno per partecipare alla festa.
LE FRASI - Ha senso rinunciare a Totti se devi affrontare la Juventus e hai la possibilità (...) di tornare in corsa per la Champions League? Non secondo Luis Enrique, che ha motivato così la scelta: «E' troppo facile parlare dopo la partita». In realtà, all'annuncio delle formazioni, nella sala stampa dello Juventus Stadium tutti hanno sgranato gli occhi pensando a un refuso. Invece no, era una scelta tecnica, un'incredibile scelta tecnica: «Contro la Juve avevamo già perso 3-0 in Coppa Italia. E Francesco c'era. In questo periodo abbiamo molti impegni, quattro in dieci giorni, e ho preferito rinunciare a lui» ha continuato Luis Enrique. La lettura di Walter Sabatini, che evidentemente non era d'accordo, è la stessa: «Credo che Luis abbia ragionato in funzione della prossima partita e in una gara da giocare sulla corsa abbia voluto salvaguardare Totti. Poi è chiaro, lasciarlo in panchina è sempre un rischio. Ma Francesco ha ancora molto da spendere e lo farà nella Roma. Ha accettato l'esclusione con grande tranquillità. Ci ha anche scherzato su». Sembra che Totti, all'ingresso delle squadre, abbia detto ai compagni: «Mi raccomando, fatemi fare bella figura». Ma a prescindere dalle parole lo stato d'animo era quello del resto del mondo, Juve compresa: incredulità, più che rabbia.
I NUMERI - Perché Luis Enrique, rinunciando al suo «riferimento» (definizione dell'allenatore), si è praticamente consegnato alla Juventus. A maggior ragione dopo Roma-Udinese, che Totti aveva deciso nei minuti finali cancellando un'astinenza da gol che durava da tre mesi. Senza Totti, la Roma ha perso otto partite su tredici abbassando di tante linee la sua media punti. Come può essere un caso? Forse è davvero un problema di personalità come ha detto Baldini dopo la sconfitta di Lecce. Ma Simone Perrotta, ripescato da Luis Enrique nella formazione iniziale dopo quasi cinque mesi, proprio dopo quel Fiorentina-Roma in cui Totti era rimasto in panchina, giura che è falso: «Capisco si possano pensare certe cose visto che non siamo continui nelle prestazioni. Ma posso garantire che non è così. A noi, peraltro, il direttore racconta altre cose. Dobbiamo dare tempo ai nostri ragazzi di crescere». Già. Allora però, in un gruppo di giovani, l'esperienza di Totti è irrinunciabile.
SCHERNO - Come a Firenze, Luis Enrique ha evitato di inserirlo a cose fatte. Ed è stata forse la scelta migliore della sua partita. Ma non è bastato per evitare i cori irridenti dei tifosi juventini («Francesco Totti, facci un gol») e la protesta dei romanisti sistemati nel triangolino del settore ospiti: «Un capitano, c'è solo un capitano». (...)
© RIPRODUZIONE RISERVATA