rassegna stampa

Le speranze e i sogni di una grande Roma

(corrieredellosport.it-S.Agresti) È difficile che la Roma – capace di consacrare definitivamente Destro, dopo essersi goduta per mesi un Totti stratosferico – riesca a vincere questo scudetto.

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(corrieredellosport.it-S.Agresti)È difficile che la Roma - capace di consacrare definitivamente Destro, dopo essersi goduta per mesi un Totti stratosferico - riesca a vincere questo scudetto. Benché abbia ridotto lo svantaggio dalla Juve a cinque punti (ma con una gara in più), i bianconeri restano largamente e chiaramente favoriti, tanto che solo un loro imprevedibile tracollo potrebbe riaprire i giochi. Eppure il campionato deve essere riconoscente ai giallorossi, perché l’hanno salvato dal grigiore più totale. Senza il loro exploit, la Juve avrebbe festeggiato lo scudetto già adesso (per il Napoli può diventare aritmeticamente irraggiungibile addirittura stasera).

Se la lotta al vertice conserva un barlume di incertezza, è solo perché la Roma ha un cammino eccezionale. Pensate un po’: con 76 punti, sarebbe stata in testa negli ultimi sei campionati. Come dire che, da sette anni a questa parte, nessuno ha mai fatto meglio della squadra di Garcia. Nessuno, tranne la Juve di Conte. Anzi, questa Juve di Conte, perché le due precedenti non erano arrivate a tali livelli di rendimento.

«A volte le rimonte impossibili si realizzano »: così parlò Garcia. Nessuna illusione, dunque, ma anche nessun eventuale rimpianto in caso di clamoroso cedimento della capolista. Già, ma a cosa possono aggrapparsi le speranze (o i sogni) della Roma? Innanzitutto alle proprie qualità: i giallorossi devono vincere sempre, incluso lo scontro diretto. Questo però non basta. Facciamo due conti. Se la Roma ottenesse sei vittorie su sei, arriverebbe a 94 punti; ciò significa che la Juve dovrebbe prendere al massimo 12 punti (così raggiungerebbe quota 93: se finissero alla pari lo scudetto sarebbe quasi certamente bianconero, considerato il 3-0 inflitto alla Roma all’andata). Anche perdendo la sfida dell’11 maggio all’Olimpico, la Juve avrebbe sei partite per prendersi 13 punti, arrivare a 94 e diventare irraggiungibile. Se date un’occhiata al calendario (Livorno, Udinese, Bologna, Sassuolo, Atalanta e Cagliari, oltre alla Roma), è difficile pensare che non riesca a farli. La media punti bianconera, finora, è di 2,61 a partita: non c’è motivo per pensare che scenda improvvisamente a 2.

La Roma può forse aggrapparsi a un filo di stanchezza intravisto nelle ultime partite della Juve. Se dovesse avere anche una sola incertezza, a questo calo atletico potrebbero aggiungersi scarsa serenità e un po’ di paura. Ma si tratta di una concatenazione di eventi - la Roma che vince sempre, soprattutto la Juve che scivola e poi scivola ancora - nella quale fatica a credere il più ottimista dei tifosi. Non per questo i giallorossi devono avere rimpianti: comunque vada, hanno disputato un campionato ai confini della normalità. Qualcuno, purtroppo per loro, sta andando oltre.