rassegna stampa

Le mille scuse del boemo

(Corriere dello Sport-R.Maida) Colpa del campo. «Per noi è difficile giocare a calcio sui terreni pesanti, per gli altri è più semplice perché lanciano la palla lunga» .

Redazione

(Corriere dello Sport-R.Maida)Colpa del campo. «Per noi è difficile giocare a calcio sui terreni pesanti, per gli altri è più semplice perché lanciano la palla lunga» . Colpa del fato. «Non siamo fortunati. E in un gioco come il nostro la fortuna conta. Sul tiro di Hernanes la pozzanghera ha fermato il pallone e Klose ha fatto gol, mentre nel finale abbiamo sfiorato il 3-3 che non sarebbe stato immeritato» . Naturalmente, colpa dell’arbitro. «La punizione che ha provocato l’errore di Goicoechea non c’era. E De Rossi, che ha sbagliato ed è stato giustamente espulso, ha reagito a una trattenuta di Mauri. Ma è stato punito solo lui» . Addirittura è colpa dell’impianto d’illuminazione: «Goicoechea non vedeva bene perché la luce era bassa» . Anche dopo il quinto derby perso su sette vissuti sulla panchina della Roma, anche dopo la quinta sconfitta in undici partite di campionato, Zdenek Zeman si lascia tentare dal colpo di spugna: tutti colpevoli, nessun colpevole. Neppure lui.

LE SCELTE - E’ vero, è stata una partita strana, che la Roma ha giocato a lungo in inferiorità numerica (ed è il terzo derby di fila: tutti e tre persi) e che nel finale è stata quasi ripresa sull’onda lunga del gol di Pjanic. Ci sono molte cose da salvare in questa brutta domenica, da cui a mente fredda si dovrà ripartire. Ma Zeman ha le sue responsabilità anche in questa sconfitta: è giusto accettare di perdere ogni volta che piove come se fosse logico, senza cercare di sfidare le intemperie, senza discutere il dogma del calcio verticale palla a terra, senza ideare un correttivo? La difesa ha preso altri tre gol (e potevano essere di più) toccando quota 23 in 11 giornate: la media è superiore ai due a partita. Inoltre le sostituzioni non hanno convinto. Perché rinunciare a Lamela, il capocannoniere della squadra, che ha talento e forza fisica? Zeman prova a spiegare: «Lamela gioca sull’esterno. E io avevo bisogno di tenere due attaccanti centrali sfruttando la capacità di Totti di costruire e la corsa di Bradley e Florenzi sui lati» . La formazione poi. Il ritorno di De Rossi in mezzo, con l’esclusione del pupillo Tachtsidis, è sembrato un compromesso più che una vera scelta tecnico-tattica. Zeman però nega: «Pensavo che con De Rossi avremmo avuto più esperienza in mezzo al campo. Inoltre, per come gioca la Lazio, serviva un calciatore che proteggesse la difesa sulle palle rasoterra che loro di solito lanciano a Klose» .

IL GRUPPO - Stavolta almeno difende la squadra, senza scagliarsi contro i capri espiatori di giornata: Goicoechea e Piris. «Non sono soddisfatto del risultato - chiarisce Zeman - ma abbiamo reagito e provato a rincorrere la partita fino all’ultimo. Finché il campo ha retto ho visto una buona Roma. Poi ci siamo sfilacciati. Siamo tornati a giocare bene nel finale, quando ha smesso di piovere. Non mi sento di condannare Goicoechea sul gol: è un ottimo portiere. Anche Marchetti ha sbagliato, cosa si sarebbe detto se il suo errore fosse stato decisivo? Sul 2-1, Balzaretti tenuto in gioco Klose perché è andato incontro al portiere sul tiro di Hernanes. E’ stato un movimento giusto, secondo me» . E sulle qualità del gruppo, conferma la sua teoria: «Per me questa rosa è competitiva. Se riesce a fare il suo calcio può giocarsela con tutti. Finora però soltanto contro l’Inter abbiamo dimostrato in pieno il nostro valore» . Non sarà semplice risollevare la truppa dopo una sconfitta così: «Analizzando questa partita, per possesso palla e tiri in porta non siamo stati inferiori alla Lazio. Capisco la delusione dei tifosi ma il campionato va avanti. Purtroppo ci mancano 8 punti in classifica. Li abbiamo buttati via, anche a causa di tanti episodi contrari, e dobbiamo andare a riconquistarceli. Abbiamo pagato abbastanza il nostro debito con la sorte» . Ma sarebbe lui, Zeman, a pagare un’altra sconfitta lunedì prossimo contro il Torino. (...) Il contratto di fiducia a tempo determinato è quasi scaduto.