rassegna stampa

Le due bambine di Balzaretti come mascotte

(Corriere dello Sport – R.Maida) Lucrezia e Ginevra Vittoria guardano, domandano, capiscono. Federico Balzaretti coccola le due piccole figlie,

Redazione

(Corriere dello Sport - R.Maida)Lucrezia e Ginevra Vittoria guardano, domandano, capiscono. Federico Balzaretti coccola le due piccole figlie, bellissime, tenendole per mano e invitandole a pazientare prima di volare a Milano, dove le attendono i nonni. La terza bimba, Julia, è a Parigi con la moglie Eleonora Abbagnato. Ma alle altre due donne della famiglia, nate dal precedente matrimonio, Balzaretti non ha rinunciato in questo weekend, proponendole come mascotte per il volo della squadra.

IL GRUPPO - E’ la testimonianza di un amore speciale di un calciatore speciale. Ed è anche l’immagine più tenera della prima trasferta della Roma, partita nel pomeriggio con un volo di linea per Linate. E’ finita per i giocatori la pacchia delle trasferta da un giorno, che aveva introdotto Luis Enrique. Con Zeman si è tornati all’antico, ai lunghi ritiri, alle partite alla playstation in albergo, al sonno in comune. L’aria comunque è serena. I nuovi arrivati, che sono tanti nel gruppo dei ventuno convocati, sembrano sorpresi della folla che li ha scortati fino al gate. «Roma, Roma!» gridano i più vicini al tubo che introduce all’aereo. Non hanno l’aria dei passeggeri in attesa del loro volo: sono dipendenti dell’aeroporto, amici degli amici, gente che è lì soltanto per osservare da vicino i volti dei giocatori. E quando per ultimo arriva Totti, come sempre aiutato da un poliziotto a dimenarsi in mezzo alla calca, il coro oscura anche l’annuncio della hostess che invita i viaggiatori a imbarcarsi:«Un capitano, c’è solo un capitano» .

I PIU’ GIOVANI -

Roba normale per chi è abituato a frequentare Totti, un po’ meno per i ragazzini della squadra. Marquinhos, timido e spaurito, si limita a confessare la sua curiosità su Twitter: «Siamo pronti per San Siro» . Romagnoli ha il sorriso stampato in viso, quasi volesse celare un pizzico di tensione. Nico Lopez e Stekelenburg, al solito, si sono muniti di enormi auricolari, gli stessi che a Boston fecero ballare Pallotta negli spogliatoi. Lamela invece nasconde dietro a un cappellino bianco il suo umore: forse immagina l’ipotesi peggiore, quella di non giocare contro l’Inter, e non vuole farsi notare. Marquinho, infine, prova a spiegare a Castan in che mondo è capitato. E Zeman? Impassibile, naturalmente. Stringe mani, ringrazia i tifosi per l’affetto senza muovere una ruga. Poi si imbarca e arrivederci a tutti. Non lo dirà mai ma queste scene di passione gli mancavano da tredici anni.