rassegna stampa

Lamela, se ci sei batti un colpo

(Corriere dello Sport – R.Maida) Abituato a danzare sulle suole, a far passare il pallone dove nessuno oserebbe mai, forse ha perso un po’ di equilibrio.

Redazione

(Corriere dello Sport - R.Maida) Abituato a danzare sulle suole, a far passare il pallone dove nessuno oserebbe mai, forse ha perso un po’ di equilibrio.

Si è sentito il più bravo, il più pronto, il più bello? Erik Lamela, come un robot dispensatore di talento inceppato nella fase topica, si è fermato a quei minuti esagerati contro il Cesena, con due assist regalati a Totti. Qualità fantastica ma un po’ sbiadita, qualche settimana dopo.

PAUSA - Da allora, Lamela ha svelato l’umana fragilità di un ragazzo di diciannove anni venuto da un altro mondo: non ha giocato più a livelli maxi , si è beccato un’espulsione di nervosismo contro la Juventus, ha stuzzicato Luis Enrique che non ha mai smesso di considerarlo un titolare.

LA DIFESA - Eppure proprio sull’altalena, con Borini in salita e Lamela in caduta, l’allenatore prende posizione a favore del giovane diamante della collana Roma. «Non si può fare questo tipo di valutazioni - ha detto Luis Enrique prima di partire per Siena -. I calciatori in una stagione vivono alti e bassi. Non è giusto dire dopo una partita che Lamela è un dio e adesso dipingerlo come il diavolo. Allora sapete come la penso? Lamela mi piace più di Borini in questo momento. Lamela è grandissimo, Borini deve ancora lavorare tanto» . Questa investitura, che mira a responsabilizzare il ragazzo in difficoltà, assomiglia a una conferma per la partita

di Siena (...)

L’ATTESA - I numeri di campionato però vanno rinfrescati. Dal 23 ottobre, giorno dell’esordio con gol in serie A, Erik Lamela ha cominciato un autunno di grandi lampi e piccoli annebbiamenti - tipo la lite con Osvaldo a Udine - e non ha più segnato. Ha provocato l’autogol di De Sanctis al Napoli, ha fatto due reti in Coppa Italia alla Fiorentina, ma in campionato non ha saputo più esultare.

IL CAMPO - Stasera a Siena dovrà usare qualche accortezza in più. Non tanto per il gelo, da cui saprà difendersi, quanto dalle dimensioni del campo, che sono ridotte rispetto alla media della serie A. Gli spazi saranno strettissimi, gli servirà più agilità di pensiero e di palleggio del solito. E magari una maggiore partecipazione alla fase difensiva, che in questa prima stagione italiana si è vista soltanto a tratti. (...)