rassegna stampa

Lamela, il torero che viene dal tango

(Corriere dello Sport – G.Dotto) – Momenti magici. In fondo al pozzo dei desideri di qualunque romanista, alle prese da anni con il lutto preventivo per l’addio di Totti,

Redazione

(Corriere dello Sport – G.Dotto) - Momenti magici. In fondo al pozzo dei desideri di qualunque romanista, alle prese da anni con il lutto preventivo per l’addio di Totti,

quando sarà, se mai sarà, c’era l’immagine di un giovane tanguero (ma forse era un torero che all’occasione balla il tango) dallo sguardo maliardo e pure un po’ assassino. Ebbene, si è materializzato, tra Casalpalocco, Trigoria e l’Olimpico. Il primo piano della sua uscita furente da Torino, occhi che buttano fuoco e non cenere, lo conferma: Erik Lamela è venuto fuori da quel pozzo. Lui che abbraccia Totti, l’Olimpico intero e tenero che si commuove.

Il sinistro di Lamela segnerà un’epoca. Non certo per aver fatto la bua al pancino o quel che era di Chiellini (i geni sono cattivi, non lo sapevate?), ma perché, come la bacchetta magica di Merlino, trasforma gli uomini alias calciatori in rospi e la palla in principessa. Incantamento o sfregio, dipende, se sei con lui o contro di lui. Il suo sinistro è musicalità pura. La nota perfetta del diapason. Momenti magici. Come il rovescio anticipato di Roger Federer, il salto in sospensione di Michael Jordan, il gancio di Ray Sugar Leonard o la serpentina palla incorporata di Messi. Il suo secondo gol alla Fiorentina in Coppa Italia.

Di per sè niente di che, persino facile a vedersi, ma mozzafiato il modo per quanto è bello, il tocco per quanto letale. Non è il sinistro che trova e calcia la palla, somma volgarità, ma è la palla che esce dalla pancia di quel sinistro come la freccia dall’arco, l’istantanea da una Polaroid, l’asso da un guanto. L’esecuzione del matador. E l’altro. L’assist a Totti dell’1 a 0 in Roma-Cesena. Non tanto il pur mirabile tocco-tacco ma lo sguardo. Fateci caso, ritrovatelo su youtube. Un trafelato mastino gli sta addosso, sputa fiamme e Lamela cosa fa? Trova il modo di mollare un’occhiata furtiva alle spalle, sente il capitano che arriva e fa la bravata. La freddezza pornografica del fuoriclasse. La Roma deve murarlo vivo.[…]

CALIMERO BIONDO - Non sparate sul biondo. Parlo di Kjaer. Il capro espiatorio è da sempre una comoda semplificazione per la ferocia e il conformismo delle masse. La vittima designata ti esime dal ragionare, è lì facile, apparecchiata, pronta all’uso. Smette di essere una persona, diventa una funzione. La verità? Il danesone che ama tanto Roma, fin qui non ricambiato, è stato uno dei meno peggio a Torino. Almeno due, se non tre, gol salvati a ridosso della linea. Senza di lui, la batosta sarebbe stata molto più greve.