rassegna stampa

Ladies, gentlemen: la Roma

(Corriere dello Sport – R. Maida) – E’ spuntato all’improvviso, appena fuori dall’aeroporto, mentre già i giocatori della Roma pensavano «Che strano posto l’America, qui nessuno ci riconosce» .

Redazione

(Corriere dello Sport - R. Maida) - E' spuntato all'improvviso, appena fuori dall'aeroporto, mentre già i giocatori della Roma pensavano «Che strano posto l'America, qui nessuno ci riconosce» .

Controlli doganali uguali a quelli dei comuni mortali, indifferenza dei tour operator che aspettavano manager da accompagnare in giro per Chicago, inservienti abituati ai campioni dell'Nba e dell'Nfl e poco interessati a questi ragazzi in tuta giallorossa. Invece eccolo lì dietro l'angolo lo striscione: «Totti for president» , sollevato da un gruppetto di ragazzi italiani. Anche qui, nel mezzo degli Stati Uniti, a 7.800 chilometri da Trigoria, il portabandiera della Roma è lui. Più di Michael Bradley, che è un pilastro della nazionale Usa e a Chicago ha giocato da ragazzino: l'ha riconosciuto solo un cane poliziotto, annusandolo a lungo e minuziosamente, tra le risate dei compagni. Le attenzioni del pubblico, ovviamente limitate rispetto alla partenza di Fiumicino, erano soprattutto per Totti. Il campione planetario.

IL VIAGGIO - La Roma è atterrata a Chicago dopo 10 ore esatte di volo intorno alle 12.30 locali, le 19.30 italiane. La comitiva è composta da circa 60 persone, sparpagliate in tre voli diversi. Sul primo sono saliti Zeman, Baldini e quasi tutti i calciatori. Che una volta in crociera hanno passato il tempo riposando, guardando i tanti video dell'offerta Alitalia, giocando con i videogames. Tra i più agguerriti Josè Angel, appassionato di playstation, che non si è mai fermato nelle sue imprese elettroniche. L'ultimo arrivato in gruppo, il timidissimo greco Tachtsidis, ha ascoltato musica e chiacchierato con Bojan. Castan, l'altro volto nuovo, è stato subito accolto dall'amico Dodò e da Marquinho. Pjanic ha studiato i documentari su Platini e Maradona, Totti invece ha scelto «Quasi Amici» , un commovente e riuscito film francese del 2011. Intanto Nico Lopez

Durante il volo c’è chi ha giocato, chi ha visto un film e chi come Lopez che ha dormito con 2 coperte cercava faticosamente di prendere sonno: l'aria condizionata gli dava fastidio, sono state necessarie due coperte per farlo dormire. E se il più freddoloso era uruguayano, il più sbadato era argentino: Lamela ha dimenticato il passaporto a bordo, gli è stato riconsegnato più avanti da una hostess italiana.

CURIOSITA' - Meno agitato il viaggio di Zdenek Zeman, a cui tre tifosi "maturi" hanno dedicato un altro stendardo ( «Welcome Back» ). L'allenatore fumatore è riuscito a sopportare la lunga astinenza da tabacco: «Non è stato un peso - ha scherzato - ho dormito molto» . Il problema si porrà domani al Wrigley Field, dove la Roma giocherà la prima partita della sua tournée statunitense contro lo Zaglebie Lubino: negli stadi americani le sigarette sono proibite. «Ma vedrete che un posto per fumare lo troverò» ha assicurato. Confessando poi una certa emozione per lo sbarco negli Stati Uniti: «Per me è la prima volta nella vita. Sono felice di provare questa esperienza. Ed è bello poter giocare in città importanti: non capita tutti i giorni di esibirsi a Chicago, a Boston e New York» .

LA PASSIONE - Capita ancora meno spesso di individuare Chicago come meta per il weekend e per le partite di calcio. L'hanno fatto Andrea e Valentino, due tifosi senza frontiere: hanno acquistato il biglietto aereo a prezzi di saldo, il biglietto della partita su internet a 110 dollari, poi hanno organizzato l'ambiziosa trasferta. Partiti ieri mattina con il volo della Roma, che ha consentito loro di fare il pieno di autografi e foto, rientreranno in Italia lunedì. Non incroceranno quindi Sabatini e Fenucci, attesi per la seconda amichevole a Boston (mercoledì contro il Liverpool). Magari in compagnia di Destro.