(Corriere dello Sport-F.Patania)Ospite negli studi della Rai, alle sei del pomeriggio, prima di raggiungere l’Olimpico per assistere a Lazio-Genoa, il presidente Lotito ha attaccato la Roma. Sollecitato sul tema degli stadi e sul caso Is Arenas, non è stato tenero e neppure diplomatico con i dirigenti della Roma, che hanno chiesto la vittoria a tavolino. E ha cercato di non infierire su Cellino. «Come presidenti e proprietari di società dovremmo sempre inviare dei messaggi positivi e nel rispetto delle regole. Quanto accaduto a Cagliari è un problema che si inserisce in un contesto che va revisionato, abbiamo una situazione anomala per gli stadi, una volta si riteneva che in Italia si giocasse il campionato più bello del mondo, oggi ci presentiamo con stadi da terzo mondo. La legge si è impantanata perché la classe politica continua a mettere una serie di vincoli e veti, negando la possibilità di costruire nuovi impianti a beneficio della sicurezza e della collettività. Questa situazione si è incancrenita creando danni economici e incertezza del diritto. Basta che una persona si opponga e salta tutto»
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«La Roma non speculi»
(Corriere dello Sport-F.Patania) Ospite negli studi della Rai, alle sei del pomeriggio, prima di raggiungere l’Olimpico per assistere a Lazio-Genoa, il presidente Lotito ha attaccato la Roma.
A TAVOLINO - Approfondendo l’argomento, Lotito è entrato in polemica con Baldini e la dirigenza giallorossa. A Stadio-Sprint, Varriale gli ha chiesto se fosse d’accordo sulla richiesta del 3-0 a tavolino. Lotito ha risposto così: «Lo ritengo un atteggiamento non in linea con i valori dello sport, Cellino si trova in una situazione di difficoltà, non bisogna speculare pure se esistono delle normative che lo consentono. Io non avrei chiesto lo 0-3, le partite si vincono sul campo. Penso che il giudizio del Prefetto, che ha suggerito il rinvio della partita, fosse la cosa più giusta. Bisogna avere anche rispetto dei tifosi del Cagliari. Non solo non hanno visto la partita, ora potrebbero averla persa senza giocarla» .
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