rassegna stampa

Jorginho-De Rossi Per un giorno l’allievo fa meglio del maestro

Più o meno un anno fa, di questi tempi, Jorge Luiz Frello detto Jorginho era reduce da una sconfitta a Novara con il suo Verona Di certo, all’epoca per il brasiliano non c’erano coppe e tantomeno semifinali, ma forse sogni.

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Più o meno un anno fa, di questi tempi, Jorge Luiz Frello detto Jorginho era reduce da una sconfitta a Novara con il suo Verona Di certo, all'epoca per il brasiliano non c'erano coppe e tantomeno semifinali, ma forse sogni.

Sogni che, come riporta l'edizione odierna del Corriere dello Sport,  sono diventati realtà: il Napoli; la finale di Coppa Italia conquistata da protagonista; la sfida vinta con il campione, Daniele De Rossi; sfida vinta un gol a zero e  tante giocate in più.

La Favola. Il confronto di certo è bello da raccontare, considerando che l'affamato Jorge ha 22 anni ed è appena sbarcato sul pianeta del grande calcio, mentre Daniele, trentenne di classe, è da anni un vero e proprio attore da Oscar. Ieri, però, niente da fare per lui e per la Roma: ha vinto il Napoli, ce l'ha fatta Jorginho.

Cervelli diversi.  E' diversa la rispettiva interpretazione del ruolo.

De Rossi è più schermo davanti alla difesa; Jorginho più radar di mediana. Il capitano di giornata della Roma, oltre a impostare e creare gioco è il primo controllore di Hamsik, fattore che toglie di sicuro un pò di lucidità . Più brillante in fase di costruzione, invece, la prestazione del brasiliano: corre e si propone molto fino alla fine  e il lavoro sullo stretto è invece sempre ben calibrato.

Il finalista.  In comune, tutto sommato, i duellanti hanno soltanto una cosa: l'Under 21 italiana. Anzi, no, in effetti c'è anche che sono due uomini di mare, essendo l'uno romano di Ostia e l'altro brasiliano di Imbituba, Stato di Santa Catarina: magari non proprio lo stesso tipo di spiagge, ma comunque l'ispirazione è quella.  Altro da dichiarare? Beh, qualcosa: De Rossi, a partire dal Mondiale vinto nel 2006, di partite importanti ne ha giocate a bizzeffe, mentre per il collega, quella di ieri, è stata di certo la prima della carriera. Facciamo l'antipasto: la finale dell'Olimpico è sua.