«Credo che non sia facile arrivare da un’altra realtà, cominciare, farsi male, rialzarsi, infortunarsi di nuovo. E perdere quel necessario ambientamento con il gruppo. A me è capitato questo, purtroppo. Soprattutto ho pagato l’infortunio di Torino. Ma eccomi qui» ha detto Juan Manuel Iturbe intervistato oggi sul Corriere dello Sport. «Ogni partita è difficile ma quella contro la Fiorentina ha un significato speciale. Vincere vorrebbe dire ripartire».
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Iturbe: “Roma sarai fiera di me”
«Ogni partita è difficile ma quella contro la Fiorentina ha un significato speciale. Vincere vorrebbe dire ripartire».
Ci vuole anche il giusto carattere per superare certe difficoltà. Dall’autoritica ironica, quando si definì bonariamente “una pippa”, ad oggi, quanto manca al vero Iturbe?
«Al 100% manca ancora qualcosa. E di sicuro il migliore Iturbe a Roma non si è visto. Però ora sono sulla buona strada. Certo, lì davanti siamo tanti: Gervinho, Ljajic, Florenzi, Totti, Destro. La Roma ha giocatori che vincono le partite da soli. Le critiche ci stanno, me le prendo. Personalmente mi rendono più forte. Se uno è criticato deve lavorare di più. Ma non mi tocca questo, l’unico pensiero è far ricredere le persone che mi criticano. E penso di poterlo fare. on penso e basta, va bene. Allora diciamolo più chiaramente: questa sfida la vinco, dimostrerò chi sono. Vinco io».
Ma chi è Iturbe? «Non mi piacciono certe etichette, ti fanno crescere con modelli imparagonabili. La pressione pesa. E poi Messi è Messi, non si replica. Prima bisogna camminare, poi volare».
C’è un piccolo record da tenersi stretto: saranno pochi tre gol, ma Iturbe è l’unico ad aver segnato nelle tre competizioni. E sempre nei primi tempi. C’è una ragione? «Siamo la Roma, dobbiamo provare a partire forte. E’ vero, non ci è riuscito sempre. Ma credetemi, sono convinto che siamo l’unica squadra a poter battere la Juventus. Non è cambiato niente».
Ora Garcia ha anche rivisto l’assetto tattico: dal 4-3-3 al 4-3-1-2. Meglio?
«In linea di massima è uguale. Certo, con questo schema sono più vicino alla porta e mi trovo bene. Rudi (Garcia, ndr) mi ha voluto tanto alla Roma, mi parla spesso, mi consiglia. Quando hai un tecnico che ti fa capire quanto ti ha voluto, è una gran cosa. Ti sostiene. Pentito di aver scelto la Roma? Assolutamente no. Sceglierei la Roma sempre. Contano l’ambiente, il gruppo, qui sto bene. Metteteci anche che la Roma è stata l’unica società a trovare l’intesa con il Verona in modo concreto. Walter (Sabatini, ndr) mi chiamava per farmi capire quanto ero importante per loro, quanto mi volevano. E anche Rudi mi ha trasmesso questo messaggio».
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