rassegna stampa

Iturbe, il derby? Ne ha viste di peggio…

Ha già vissuto i 'classicos' di Buenos Aires e Oporto e allora attende senza troppa ansia quello di domani.

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Sarà il primo per lui ma, come evidenzia oggi il Corriere dello Sport, per Manuel Iturbe è un derby, non l’unico del mondo. Presto si accorgerà che è unico al mondo.

Iturbe non lo sa, non lo sanno per esempio Manolas e Holebas, Astori e Yanga-Mbiwa. Ma li avete mai visti i derby di Buenos Aires o quelli di Oporto? Nulla può essere più intenso. E' vaccinato.

 

Ma come arriva Iturbe a Roma-Lazio? Prima appesantito, poi bloccato da un infortunio muscolare comune quanto una mosca bianca, poi picchiato, poi esiliato in panchina. Comunque quasi superfluo per questa versione della Roma, semmai rimproverato alle spalle per essere costato tanto, sui 30 milioni, e avere ripagato così poco.

A Udine gli è mancato ancora il secondo dribbling, deve concepirsi negli spazi ristretti che gli avversari solitamente concedono alla Roma, del tutto diversi dalle vastità che trovava con il Verona. Ma quel che interessava a Garcia era vedere Iturbe muoversi secondo le indicazioni ricevute e quel che interessava a Iturbe era assaporare nuovamente la fiducia del tecnico, sentirsi incaricato di qualcosa.

Inoltre il giocatore ha deciso di diventare più cattivo, con gli altri e con se stesso. Accettare cioè l’idea di non essere né intoccabile né vittima designata. Non prendere soltanto botte sulle ginocchia, restituirne qualcuna, sorvegliare i suoi sorveglianti quando passano a prendere qualche iniziativa. Ora sta guardando negli occhi il prossimo duello con Felipe Anderson. Del resto conosceva personalmente il coetaneo laziale ed era il primo a meravigliarsi di non vederlo spigliato e sbrigliato.

«Si vede che sono ancora una schiappa», aveva commentato Iturbe nel corso di uno dei diversi periodi di marginalizzazione che ha vissuto quest’anno. E intanto rideva. Non si è mai considerato tale.