(Corriere dello Sport - E.Intorcia) Nel momento più importante della sua carriera Mauricio Isla ha subito l’infortunio più grave.
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Isla:«Bravo Luis Enrique giovani e bel gioco»
(Corriere dello Sport – E.Intorcia) Nel momento più importante della sua carriera Mauricio Isla ha subito l’infortunio più grave.
Ma si è già rimboccato le maniche: giovedì è stato operato al ginocchio dal professor Mariani e ieri era già al lavoro nella palestra della clinica romana Villa Stuart. Pronto a ripartire. Isla, lei non è uno che perde tempo.Vero? «Infatti. L’umore è buono, sono contento principalmente perché l’operazione è andata benissimo. Ho ripreso a lavorare per migliorare la forza a livello muscolare, il morale è alto anche se è il primo infortunio grave in carriera. Non mi ero mai fermato per più di due settimane».
E pensare che Udinese-Milan, la gara del ko, avrebbe potuto non giocarla: c’erano chance di muoversi durante il mercato di gennaio, per esempio andando alla Roma... «Gli infortuni capitano. Comunque non pensavo che sarei andato via da Udine subito, anche se sono contento di aver sentito tante squadre parlare di me: la Roma, il Napoli, l’Inter, il Milan. E’ una cosa che mi dà una fiducia tremenda , come diciamo noi». Torniamo indietro di ventiquattro ore: venerdì ha parlato con entusiasmo della Roma. Conferma? «Sì, ed è tanto tempo che leggo dell’interesse della Roma per me, ringrazio i dirigenti giallorossi, è una grande squadra. In questo momento, però, l’importante è curarmi e tornare l’Isla che ero fino a due settimane fa. Quando sarà tutto superato, parlerò con l’Udinese».
Al club di Pozzo deve molto, vero? «All’Udinese si lavora bene, ci sono tante persone che seguono il mercato sudamericano e sanno far crescere bene i giovani giocatori, sia la società che i tifosi. Io sono arrivato a 19 anni, dopo il mondiale Under 20». Dopo Sanchez, ed escludendo Isla, quale sarà il prossimo affare in uscita? «L’anno scorso se il club avesse voluto avrebbe potuto vendere bene tutti. E oggi è lo stesso, la squadra fa vedere un bel calcio con giovani di valore come Armero e Benatia. E poi c’è Totò...». L’Udinese passerà il turno in Europa League? Ha chance di centrare ancora la qualificazione Champions? «Ho visto la gara d’andata, contro il Paok è mancato solo il gol, speriamo nella gara di ritorno. Entrare in Champions sarà più difficile dell’anno scorso, però noi ci divertiamo e ci proviamo». Le altre italiane come andranno in coppa? «Il Napoli è forte, gioca in modo simile al nostro, ha dei campioni lì davanti e un centrocampista importante come Inler. E’ un gran giocatore, ogni tanto sento qualche critica ma è bravissimo. Mazzarri può fare bene in casa contro il Chelsea sfruttando il San Paolo. Il Milan è qualificato ormai, per l’Inter mai parlare di crisi. La Lazio? Pesano le assenze, come ha ammesso anche il rivale Simeone. Speriamo che possa recuperare».
La sua posizione in campo è cambiata molto: da esterno a mezzala nel 3-5-2. Come si trova nel nuovo ruolo? «Ci sono stati tanti infortuni, così Basta è tornato a fare il terzino destro e io mi sono adattato da interno, concentrandomi solo sul fare bene. Ho fatto fatto anche il trequartista nell’ultima partita, a Guidolin ho detto: “mister, se gioco male è colpa sua!”». Da mezzala può trovare spazio in un centrocampo a tre, magari come quello della Roma... «E’ vero, tanti giocano a tre. Però noto con piacere che ora l’Udinese non è l’unica a schierarsi con il 3-5-2, molti hanno tenuto conto del buon lavoro fatto da Guidolin». Conte, per esempio, è passato al 3-5-2. Le piace il gioco della Juve?«Sì, forse si esprime anche meglio di noi. E’ una grande squadra, con tanti campioni, e Conte le ha trasmesso la mentalità di quando giocava».
Juve favorita per lo scudetto? «Sì, anche perché ha fatto acquisti importanti. Deve stare attenta al Milan, comunque. E indietro occhio a Inter e Roma: recupereranno terreno». A proposito di Roma: cosa pensa di Luis Enrique? «Mi piace il suo gioco, in Italia si lavora bene ma ora noto che c’è più spazio per i giovani, in generale. Penso a giocatori come Cavani, che a vent'anni già segnava tanti gol, Jovetic, El Shaarawy. Tutto questo pur essendo il campionato più difficile del mondo». Lei ha un buon rapporto con Pizarro: sorpreso della sua scelta di andare al City? «Parliamo spesso, da noi è un personaggio tremendo , diciamo così, fortissimo come giocatore e come persona. E’ forte come Pirlo, ha lasciato la nazionale per motivi extra calcistici. Quando non trovi spazio nel tuo club, cerchi un’altra squadra: ne ha trovata una molto forte, il City, spero che vada tutto bene». Pizarro ha vissuto male le sue ultime settimane in giallorosso. Eppure le ha parlato molto bene della Roma, giusto? «Sì, mi ha detto che la società non lo voleva più. Però mi ha sempre parlato bene della città, della squadra, di tutti. E l’interesse della Roma fa piacere».
Intanto inizierà a conoscere un po’ meglio la città, continuerà a curarsi a Roma. «Per una decina di giorni sarò qui, poi tornerò a Udine. E d’accordo con il club valuterò anche se andare in Cile, perché anche lo staff della nazionale vuole verificare le mie condizioni. Non perderò molte partite, a giugno inizieranno le qualificazioni mondiali. Sarò pronto per la preparazione precampionato, ma non ho fretta: penso solo a tornare il giocatore che ero».
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