(Corriere dello Sport - R.Maida) - Si è stratificato uno strano metro di giudizio attorno a un personaggio carismatico e ingombrante come Zeman: quando la Roma vince, è merito del gioco dell’allenatore; quando la Roma perde, è colpa dei giocatori che commettono «errori individuali» . Sono due visioni false della stessa realtà. Non può fare tutto Zeman, nel bene e nel male. Analizzando l’assurda sconfitta contro il Bologna, è evidente che Zeman non possa prevedere lo scontro tra Stekelenburg e Burdisso, o le disattenzioni di Piris, o la scarsa produttività di Destro. [...]
rassegna stampa
Gli errori del tecnico
(Corriere dello Sport – R.Maida) – Si è stratificato uno strano metro di giudizio attorno a un personaggio carismatico e ingombrante come Zeman:
1) La gestione del carburante
Dopo la partita con il Catania, ripresa sul ciglio del burrone grazie a una giocata fuori tema di Lopez, Zeman si era lamentato dello scarso ritmo della squadra. Il risultato è stato che domenica la Roma è partita a mille, giocando venti minuti eccezionali per intensità e qualità. Purtroppo però alla lunga la Roma non ha resistito. Non solo alla velocità supersonica della prima fase ma anche a un passo che fosse sufficiente per conservare quanto di buono era stato prodotto. Zeman ha attribuito il crollo a un abbassamento di tensione, ma si è avvertita la sensazione che i giocatori nel secondo tempo avessero finito la benzina. [...]
2) Sostituzioni sbagliate
Mentre il Bologna prendeva metri, Zeman ha scelto due cambi contemporanei che non hanno fruttato. E che anzi hanno dato una scossa destabilizzante alla squadra. In quel momento, si era ancora sul 2-0. Lamela era stato il migliore della Roma all’inizio del secondo tempo, eppure è stato sostituito da Lopez che non ha quasi toccato palla. Pjanic, che era ammonito e quindi rischiava il secondo giallo, ha lasciato il posto a Marquinho, che si è piazzato sulla sinistra obbligando Florenzi a traslocare sul lato opposto. [...]
3) Squadra lunga e squilibrata
Nel secondo tempo la Roma ha perso equilibrio e, di conseguenza, il controllo della partita. Zeman sostiene che se l’avversario arriva al limite dell’area diventa pericoloso. Ma perché il Bologna arrivava sempre al limite dell’area? Perché la Roma aveva perso le distanze tra i reparti, «i collegamenti» come li chiama l’allenatore. Era lunga, insomma. In questi casi il rimedio è uno solo: coprirsi per recuperare sicurezza e calma. Non basta abbassare la linea difensiva, come Zeman dice di aver fatto dopo un confronto con i giocatori. Zeman a Pescara aveva dimostrato flessibilità nel passaggio dal 4-3-3 al 4-4-2. O comunque nella scelta di uomini più adatti alla copertura, nei momenti in cui bisogna soffrire. Perché domenica non ha tentato una mossa conservativa? Probabilmente anche lui credeva di aver vinto e l’ha trasmesso alla squadra.
4) Ottimizzazione delle risorse
Parlando di singoli, la Roma ha un centrocampista formidabile: Pjanic. Che però fatica. Abituato a portare il pallone e non alle azioni di guerriglia nell’area avversaria, finora non è stato produttivo. Bisognerà trovare il modo di valorizzarlo, anche perché i giocatori che Zeman ha messo fuori posizione sono molti: Lamela contro il Bologna ha giocato bene, ma più per istinto che per altro; Destro ha fatto notare di trovarsi a suo agio da centravanti e non da esterno; De Rossi va testato nel ruolo di intermedio zemaniano; Totti sta facendo partite da fuoriclasse, ma continua a considerarsi un uomo gol.
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