(Corriere dello Sport - R.Maida) - Non facciamone un caso d’agosto, dopo la stucchevole trattativa per il rinnovo del contratto. Daniele De Rossi è un patrimonio della Roma e continuerà ad esserlo per molto tempo, a meno che non arrivi una proposta inimmaginabile. Che non c’è e non ci sarà. Inutile torturarsi con i dubbi, quando mancano quindici giorni all’inizio del campionato.
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Giusto blindarlo, Daniele è decisivo
(Corriere dello Sport – R.Maida) – Non facciamone un caso d’agosto, dopo la stucchevole trattativa per il rinnovo del contratto.
La verità, inequivocabile, è un messaggio di forza e stabilità: Sabatini ha fissato il prezzo oltre i 100 milioni, per chiarire che De Rossi è incedibile. Di fatto, se non di nome.
Giochi di parole, siparietti dialettici. Poi è logico, persino pleonastico aggiungere che di fronte a un’offerta sbalorditiva sia doveroso sedersi al tavolo, almeno ad ascoltare. E’ una questione di rispetto per il denaro. Ma perché costruire scenari che non esistono, proiezioni di realtà pirotecnica? Dove sarebbe l’asticella che apre una discussione? A quaranta, cinquanta, ottanta? E’ davvero difficile che qualche sceicco li offra alla soglia di Ferragosto.
I maliziosi sussurrano che Sabatini, uomo esperto, abbia voluto tastare il terreno con la piazza o addirittura stuzzicare l’appetito del Manchester City (e del Psg). Ma andiamo. E’ assurdo pensare che la Roma stia mettendo all’asta De Rossi. Sarebbe un non senso tecnico, tralasciando l’aspetto romantico. De Rossi non può essere venduto da una società in via di sviluppo. Oltre che essere uno dei migliori centrocampisti del mondo, è un polo d’attrazione per tanti colleghi che scelgono la Roma e per tante aziende che vogliono promuoversi attraverso la Roma.[...]
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