rassegna stampa

Gioia De Rossi «Sono tornato»

Gonfia la rete e va a cercare gli amici in ogni parte del campo. Daniele De Rossi 469 giorni più tardi, come scrive oggi il Corriere dello Sport, è la differenza tra il sentirsi veterani oppure no. Più di un anno senza segnare. «Ma io non li...

Redazione

Gonfia la rete e va a cercare gli amici in ogni parte del campo. Daniele De Rossi 469 giorni più tardi, come scrive oggi il Corriere dello Sport, è la differenza tra il sentirsi veterani oppure no. Più di un anno senza segnare. «Ma io non li contavo, i giorni. Avvertivo il tempo che passava. Facevo caso al fatto che nelle stagioni precedenti sei o sette volte festeggiavo e ora non più. E’ stato un anno non facile anche per questa ragione».

Daniele e Alessandro, Capitan Futuro e l’ex barista che non si ferma mai, la spina dorsale romana della squadra insieme con Totti. «E’ un aspetto della faccenda che mi piace, una forza in più che sentiamo dentro» , ha raccontato Florenzi.

Adesso il piccolo Alessandro della Roma sta diventando Magno e adulto e sicuro. Non ha più paura di perdersi per il campo. «Fatemi giocare dove volete, in porta, a destra o a sinistra, intermedio o di punta, l’importante è esserci. L’allenatore mi chiede di arrivare in area e io obbedisco. Mi piace. Il dolore alla spalla è già passato. Domani (oggi, n.d’i.) mi rivedo la partita. Bardi è un portiere eccellente, ha un avvenire assicurato. Però non è riuscito a prendere il mio tiro migliore». L’angoscia va svanendo. E’ questo che ha vissuto la Roma per tre mesi, a goccia a goccia fino al pomeriggio di ieri. «Fino alle cinque - dice Florenzi - Poi abbiamo dovuto dimenticarci l’ansia e venire allo stadio e giocare questa partita. Adesso non siamo più angosciati. Siamo una squadra. Lo stiamo diventando, almeno. Teniamo palla, non la lasciamo agli avversari e quindi siamo più lucidi al momento di affondare. Adesso basta, non esaltiamoci. Buona partita e qui finisce» .

Questo è ciò che Garcia, i tifosi, tutti i giocatori vogliono dire e vogliono sentire. Niente depressione, niente entusiasmi prematuri, solo una sana gioia di giocare. Anche De Rossi, l’altro pilastro romano che sostiene la squadra, è su questa linea: «Abbiamo dominato, non abbiamo preso gol come ci capitava lo scorso anno. I segnali sono questi. Però vincere a Livorno non significa nulla. Abbiamo appena cominciato» . Da capo. Con un allenatore nuovo.