(Corriere dello Sport - R.Maida) - Luis Enrique è sicuro che i giocatori siano ancora tutti (o quasi) dalla sua parte. «Se così non fosse, andrei a casa» aveva detto dopo la batosta di Firenze, a dicembre.
rassegna stampa
Giocatori con Lucho ma cresce il dubbio
(Corriere dello Sport – R.Maida) – Luis Enrique è sicuro che i giocatori siano ancora tutti (o quasi) dalla sua parte. «Se così non fosse, andrei a casa» aveva detto dopo la batosta di Firenze, a dicembre.
Non gli si può dar torto. Dopo un periodo di scetticismo iniziale, con il passare dei mesi il gruppo si è lasciato sedurre dal carisma del capo. La squadra apprezza i suoi metodi di lavoro innovativi, le sue idee trasgressive, la disciplina negli allenamenti alternata alla libertà nella vita al di fuori di Trigoria.
DUBBI - In un certo senso lo spogliatoio della Roma avverte un debito di riconoscenza nei confronti di un allenatore che nei fatti, e non solo nelle parole, ha dimostrato di avere fiducia nella professionalità della squadra. Crede nell’idea di un calcio propositivo e spregiudicato, anche a costo di qualche strafalcione. Questo però non cancella le perplessità dei giocatori su certe decisioni. L’esclusione punitiva di De Rossi a Bergamo non è stata capita da molti: Heinze, Perrotta, Osvaldo. Nulla di grave, se è vero che proprio De Rossi all’indomani del provvedimento è andato in televisione a chiedere sostegno per Luis Enrique. (...)
PERCHE’? - Anche in occasione del derby, in molti sono stati sorpresi dalla formazione: per tutta la settimana a Trigoria avevano la percezione che avrebbe giocato Bojan, più volte chiamato dall’allenatore in colloqui privati, invece tra i titolari è finito il festeggiato Lamela. A centrocampo, poi, Pjanic non stava bene: se nella logica di Luis Enrique gioca solo chi sta «al cento per cento» , perché per Pjanic è stata fatta un’eccezione? E ancora: Simplicio era sparito dopo la figuraccia di Siena, come mai è stato rilanciato in una partita così delicata? Situazioni già viste in autunno, quando le cose non funzionavano. Ecco, la squadra vorrebbe avere la possibilità di prevedere più facilmente le decisioni dell’allenatore per non trovarsi a gestire lo sbandamento dell’ultimo secondo (...).
LA POLITICA - I giocatori, intanto, si interrogano sulla linea di condotta della società a proposito degli arbitri. Taddei si è lamentato esplicitamente a fine partita, rischiando una multa che alla fine gli è stata risparmiata: «Gli altri massacrano gli arbitri, noi siamo troppo buoni» . La squadra vorrebbe rivedere il Baldini da battaglia dell’epoca Sensi.
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