rassegna stampa

Garcia vara il modulo iper offensivo: solo tre calciatori in copertura

«Quando non giochi uno scontro diretto, pareggiare o perdere è la stessa cosa. Allora bisogna provare a vincere».

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«Quando non giochi uno scontro diretto, pareggiare o perdere è la stessa cosa. Allora bisogna provare a vincere».

L’applicazione: una punta centrale, quattro trequartisti, due terzini che sembrano ali, un solo mediano con l’ansia da contropiede, tutti avanti all’arrembaggio a caccia del bersaglio giusto. Poi Florenzi. E quello che sembrava impossibile è diventato un bonus da due punti.

Nel momento in cui si sentiva sfuggire di mano la partita contro il Torino, Garcia ha alzato il volume. Del ritmo, del pressing, del furore. Ed è stato premiato dal risultato, «con fortuna» come ha giustamente confessato negli spogliatoi: senza lo scivolone di Immobile nell’ultima ripartenza, l’analisi ex post sarebbe incentrata su altre questioni.

La Roma, come riporta l'edizione odierna del Corriere dello Sport, ha cominciato la partita con il 4-3-3 e l’ha conclusa con il 4-2-3-1, come altre volte le era capitato. Con Ljajic al posto di Totti, Florenzi sostituto di Nainggolan e Bastos per il più prudente Romagnoli. «Abbiamo finito con 6-7 attaccanti»gongolava Garcia, quasi incredulo di se stesso. Si è spinto oltre i limiti senza che gli dei del calcio lo punissero per tracotanza.

Già un’altra volta, in verità, Garcia aveva osato. Per giunta dal primo minuto. E’ successo contro il Catania il 22 dicembre scorso. Finì 4-0 per la Roma, senza grandi pericoli per De Sanctis, contro un avversario inerte. Evidentemente questa è una squadra che deve andare all’attacco per difendersi meglio.