Lo pensano tutti i tifosi, romanisti e non, ieri sera lo ha ribadito il tecnico Rudi Garcia. Se gli arbitri di porta non riescono a segnalare neanche i rigori più netti, davanti ai loro occhi, a che cosa servono?
rassegna stampa
Garcia: “Ma servono gli arbitri di area?”
Lo pensano tutti i tifosi, romanisti e non, ieri sera lo ha ribadito il tecnico Rudi Garcia. Se gli arbitri di porta non riescono a segnalare neanche i rigori più netti, davanti ai loro occhi, allora a che cosa servono?
Come riporta l’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”, Il francese non ha voluto dare alibi al pareggio della sua squadra, ma il penalty a loro favore doveva essere ineccepibile: «Un mani clamoroso. O i giudici d’area si prendono le loro responsabilità oppure è inutile utilizzarli. Ecco, per me è inutile e questa sera ne ho avuta la conferma evidente. Mi limito a sottolineare un episodio di gioco che può accadere. E questo è ancora calcio. I fatti relativi alla mia squalifica sospesa riguardano altro. Non ne voglio parlare».
Ma il mister deve trovare anche una spiegazione alla prestazione sottotono dei suoi ragazzi:«Abbiamo perso due punti, è chiaro. Potevamo segnare, ma abbiamo inquadrato troppo poco la porta e senza Pjanic ci è mancata creatività. Mani o non mani, avremmo dovuto fare meglio. Abbiamo trovato un Milan ultradifensivo, bravi loro. Si sono coperti bene, con linee strette. Ci hanno lasciato scarso spazio con i cinque di centrocampo. E noi abbiamo giostrato troppo poco sul lato di De Jong. Ci avevamo lavorato su, Gervinho avrebbe dovuto stare maggiormente su quel lato. Inoltre bisogna migliorare sui cross e sui calci d’angolo, essere più presenti in area quando incontriamo squadre chiuse, come in questo caso. Trentatré gol e non siamo mai stati pericolosi». Non si pente delle sue scelte l’ex Lille «Ancora adesso inserirei dall’inizio Florenzi al posto di Ljajic. Quando scelgo, sono d’accordo con me stesso».
Anche ieri sera il più lucido e reattivo è sembrato Gervinho, che ha messo in difficoltà la difesa rossonera grazie alle sue solite accelerazioni: «Gervinho corre molto, scatta molto, avrebbe bisogno di recuperare di tanto in tanto. Ma è l’unico a saltare l’uomo. Sono gli altri che in questo momento devono fare un po’ di più». Ma da soli non si vincono le partite, si vincono di squadra (a meno che non si abbia Ronaldo o Messi), e la Roma ieri è sembrata solo il ricordo della rosa che faceva della compattezza la migliore arma nella passata stagione. «I giocatori non sono macchine, hanno bisogno di riposare non solo fisicamente ma anche mentalmente. Spero che la sosta natalizia in Italia rimanga a lungo. Per esempio in Inghilterra non si fermano e mi piacerebbe calcolare l’incidenza sugli infortuni nella seconda parte della Premier League».
© RIPRODUZIONE RISERVATA