No, non chiamatela vendetta. Fareste un torto a Stefano Pioli, pacato insegnante della panchina, brava e corretta persona semmai ne esistono in questo mondo di muscoli gonfi e tasche mai abbastanza piene.
rassegna stampa
Garcia-Pioli il quasi derby
No, non chiamatela vendetta. Fareste un torto a Stefano Pioli, pacato insegnante della panchina, brava e corretta persona semmai ne esistono in questo mondo di muscoli gonfi e tasche mai abbastanza piene.
Al massimo gli si può dar credito di un briciolo di umanissima insoddisfazione per la sconfitta nella gara che aveva come premio la panchina della Roma. Lui ha perso e Garcia ha vinto.
Come riporta l'edizione odierna del Corriere dello Sport, la Roma lo aveva prima contattato, poi quasi prenotato, infine lasciato a Bologna, città nella quale peraltro il tecnico si trova benissimo tanto da rinnovare il contratto prima ancora che la Roma registrasse l’esaurito nello staff tecnico. Ma Pioli avrebbe dovuto sapere che Walter Sabatini ha i suoi metodi di lavoro e uno di questi funziona a setaccio, raccogliere una bella manciata di giocatori o tecnici e poi lasciar ricadere a terra quello che non gli piace o non gli serve.
Magari per tornare a raccoglierli in seguito. Se Rudi Garcia, il suo avversario di oggi e di quella corsa verso il Colosseo, alla fine ha messo il naso avanti nelle preferenze di Sabatini magari è solo perché l’espressione feroce e le frasi a effetto sono apparse ai dirigenti della Roma più consone a uno spogliatoio cinico come quello di Trigoria rispetto all’eleganza e ai toni in chiave minore di Pioli.
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