Cari amici, la giustizia nel calcio sa anche essere ingiusta. A volte è inquietante, a volte sconcerta. Due i casi clamorosi nelle ultime ore.
rassegna stampa
Da Ferrero a Garcia, quando la giustizia nel calcio è ingiusta
A volte è inquietante, a volte sconcerta. Due i casi clamorosi nelle ultime ore.
Numero uno: Ferrero. Tre mesi di inibizione al presidente della Samp per avere definito “filippino” Thohir. Fin qui ci siamo: frase pessima, anche se poi si è scusato. Ma Tavecchio non è stato sanzionato per il “mangiabanane”, né Lotito per l’offesa di bassa lega a Marotta (se l’è cavata con una multa irrisoria, e per di più al dg della Juve non è stata concessa l’autorizzazione a querelarlo). Già: Tavecchio, presidente federale, e Lotito, suo grande elettore. Un caso? Vedremo ora come andrà a Preziosi, legato al vertice della Figc, per quell’inaccettabile riferimento a Mafia Capitale che poi ha cercato di smentire in modo grottesco. Vicenda inquietante, per ora.
Numero due: Garcia. Due giornate per la denuncia di uno steward del Genoa, secondo il quale avrebbe cercato di colpirlo. Attenzione: se il tecnico della Roma lo ha fatto, è gravissimo. Ma non può essere un uomo legato alla squadra rivale a denunciarlo, dopo una partita finita in bagarre. Un po’ come se litigate con un automobilista per una precedenza, e poi quello vi fa la multa. E dalla prossima domenica, quanti steward dichiareranno di essere stati aggrediti dal centravanti o dal portiere avversari? Vicenda sconcertante, per ora. Ma sconcertante – per dirla tutta – è anche il fatto che la Roma si sia rifiutata di mostrare le tessere di riconoscimento dei suoi tesserati che erano in campo, mentre si cercava il responsabile di uno sputo: così, quanto meno, si dà la sensazione che qualcosa da nascondere ci fosse.
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