rassegna stampa

Fenomeno Marquinhos

(Corriere dello Sport – A.Ghiacci) Due apparizioni da esterno, contro Bologna e Juventus. Lanciarlo da centrale, a diciotto anni nel campionato italiano, sarebbe potuto essere rischioso.

Redazione

(Corriere dello Sport - A.Ghiacci) Due apparizioni da esterno, contro Bologna e Juventus. Lanciarlo da centrale, a diciotto anni nel campionato italiano, sarebbe potuto essere rischioso.Poi, dai novanta minuti giocati il 7 ottobre contro l'Atalanta, non è più uscito. Il motivo è semplice: Marquinhos è forte, forte davvero.

Ha corsa, rapidità, capacità di recupero anche quando le situazioni sembrano ormai segnate, scelte di tempo sempre ai limiti della perfezione. E poi, forse perche è giovane e già pensa alla fase difensiva in questa maniera, fa ciò che chiede Zeman: attacca il pallone, sempre e comunque. La differenza sta nel fatto che Marquinhos arriva sempre prima e in maniera decisa: pochissime volte il pallone non diventa suo. «Non mi aspettavo di riuscire ad avere tanti buoni giudizi in così poco tempo, però sto lavorando sempre duro tentando di restare con i piedi per terra, con la testa giusta. E comunque il merito è anche degli altri componenti della difesa, che mi aiutano sempre. Qui a Roma sto bene, sono felice» .

PROFESSIONISTA - Difficile pensare che un ragazzo nato nel 1994 possa essere individuato come leader. Probabilmente Marquinhos non lo è ancora, ma la strada per diventarlo l'ha imboccata a tutta velocità. Anche perché dei grandi ha già l'intelligenza, dopo una vittoria, di parlare del gruppo e non di se stesso. Un po' d'emozione è da mettere in conto: «Vogliamo sempre vincere. Con questa maglia è bello vincere, se siamo nel calcio con la maglia della Roma vogliamo avere successo. La Champions? Stiamo lavorando per questo. È dura, tutte le partite sono difficili ma stiamo lavorando serenamente, possiamo giocarcela con tutti» . Tra i più felici per il rendimento di Marquinhos, ovviamente, c'è anche Zeman: «Ha una grandissima autorità» .

CAPITANO - Da uno dei più piccoli al più grande. Da uno degli ultimi arrivati a quello che da più tempo è a Trigoria. Non solo, perché Totti è la storia della Roma oltre ad esserne il capitano. Il numero dieci giallorosso ha lasciato i suoi pensieri sulle pagine del proprio sito web: «Abbiamo ottenuto un buon risultato perché il Torino in trasferta non aveva mai perso. In questo momento dobbiamo cercare di mettere in fila più risultati positivi possibili. Siamo forti, se troviamo continuità possiamo risalire la classifica» . Vincere aiuta a vincere, è vero. Totti non ha bisogno di alcuna lezione e allora si concentra subito sul prossimo impegno. (...) «La vittoria contro la squadra di Ventura, molto organizzata, è un buon punto di partenza. Ma dobbiamo già sapere che anche domenica a Pescara non sarà facile visto il momento che stanno attraversando da quelle parti. Dovremo essere concentrati ed efficaci senza mai abbassare la guardia»