rassegna stampa

La felicità di Miralem: “Vittoria meritata”

Pjanic spiega il retroscena dietro al calcio di punizione che ha dato alla Roma i tre punti

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Un giorno di metà giugno, nel ritiro mondiale dell’Italia a Mangaratiba, si presentò Juninho Pernambucano. Voleva conoscere uno dei suoi eredi migliori, Andrea Pirlo. Come riporta l'edizione odierna del Corriere dello Sport, il brasiliano era orgoglioso della stima pubblica di Pirlo, ma aveva pure un altro vanto: ai tempi dell’Olympique Lione era stato il maestro di Miralem Pjanic. «Sulle punizioni è uno dei più bravi al mondo», disse davanti a Prandelli. Quando Juninho vedrà la punizione di ieri sera ricorderà a tutti che era stato lui a ispirare il bosniaco.

Quando Felipe ha messo giù Destro, tutto il Parma ha capito che quello poteva essere il fallo decisivo. Pjanic si è avvicinato alla palla nel tumulto di quegli istanti, con Felipe che gridava a Mazzoleni di non aver toccato Destro, di non aver commesso nessun fallo. La bomboletta dell’arbitro di Bergamo ha fissato la distanza mentre Florenzi cercava di ostruire la visuale di Mirante e gli altri romanisti imbottivano falsamente la barriera. Era chiaro a tutti, non solo a quelli del Parma, che il risultato, a due minuti dalla fine, dipendeva dall’esecuzione di Pjanic. Che aveva accanto a sé il debuttante Holebas con qualche ambizione. Timida, però. Perché non era il caso di innervosire, in quel momento, il re delle punizioni. «Ho chiesto a Manolas come calciava Holebas, che era accanto a me. Mi ha detto: “Ogni tanto fa gol”. Ma io me la sentivo… Non c’era alcun problema, se non me la fossi sentita gli avrei lasciata la battuta, però quella posizione era una mia specialità. Più della punizione mi importa il lavoro di squadra, abbiamo un obiettivo alto», racconta il bosniaco, al suo primo gol della stagione. «Sono situazioni che possono sempre essere decisive, ci lavoriamo sopra. Mi sono preso la responsabilità, meno male che è andata dentro. Sono contento per i tifosi».