(Corriere dello Sport - F.M.Splendore) Diciotto anni di Roma, dopodomani ne farà lui cinquantacinque e, se lo conosciamo bene, Alberto De Rossi li festeggerà a Ostia, casa sua, in famiglia, senza schiamazzi. E con la Supercoppa. La carriera di questo signore, che dove va fa proseliti (avversari per primi) per l’educazione che porta in giro con i colori della Roma addosso e che trasferisce come un dogma ai suoi ragazzi, è uno spot per ciò che deve saper fare un tecnico-educatore di settore giovanile.
rassegna stampa
Educazione e una vera vocazione
(Corriere dello Sport – F.M.Splendore) Diciotto anni di Roma, dopodomani ne farà lui cinquantacinque e, se lo conosciamo bene, Alberto De Rossi li festeggerà a Ostia, casa sua,
Una vocazione la sua, spiegando che l’ambizione non è far bene con i ragazzi per allenare i grandi, ma far crescere talenti, consegnarli in prima squadra: e ricominciare. Difficile dargli torto, visti i risultati: da Ferronetti, Corvia e Aquilani (con cui vinse il suo primo scudetto Giovanissimi, nel 1999), a Galloppa, Greco, Cerci, Rosi, Okaka, Crescenzi, Caprari, Piscitella, D’Alessandro, Bertolacci, Viviani, Romagnoli, Verre e Florenzi, sono un’infinità i giovani portati in A e in B. Tra i professionisti poi...
Alberto De Rossi, camminando dai Giovanissimi alla Primavera, ha preso alcuni di questi adolescenti accompagnandoli fino alla Primavera: o se li è trovati lì. Un successo per tutto il vivaio giallorosso. Se poi, come è vero, far giocatori è importante, ma vincere li aiuta anche a crescere, il tecnico romano ha messo in fila anche un po’ di trofei: uno scudetto Giovanissimi, due Primavera, nella stessa categoria una Coppa Italia e quest’ultima Supercoppa. Più una manciata di finali. Numeri come nessuno dei suoi pur bravi colleghi.
Uno così - nel pieno rispetto delle posizioni, delle scelte e, solo per esempio, del lavoro appena iniziato da Devis Mangia - forse farebbe comodo nella nostra Federazione a fare calcio con i giovani, perché no, con la Under 21, visto come sa prepare i ragazzi all’ultimo salto. Perché De Rossi dai giovani non si scollerà mai. Buon per loro! E per la Roma che se lo tiene stretto.
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