rassegna stampa

E stavolta che accuse ai giocatori

(Corriere dello Sport-R.Maida) Non li avevano mai visti così, in un anno e mezzo. Per quasi mezz’ora, i giocatori della Roma hanno imparato a conoscere la furia dei dirigenti.

Redazione

(Corriere dello Sport-R.Maida)Non li avevano mai visti così, in un anno e mezzo. Per quasi mezz’ora, i giocatori della Roma hanno imparato a conoscere la furia dei dirigenti. Dopo essersi assunti pubblicamente le proprie responsabilità per tutto quello che a Trigoria non funziona, Baldini e Sabatini hanno invitato la squadra a cancellare in fretta un inizio di campionato sconcertante. Non si è arrivati alla minaccia di un ritiro punitivo. Ma si è capito che nessun segnale di superficialità sarà più tollerato, a livello comportamentale prima che tecnico.

DUE TONI - Baldini con toni pacati, Sabatini in maniera accorata, ognuno secondo il suo stile. Ma tutti e due hanno infilato contenuti duri nel discorso che hanno fatto alla squadra prima della ripresa degli allenamenti. Ed è significativo, in un periodo di incertezza sui ruoli, che abbiano partecipato insieme alla riunione. Baldini ha preteso «più intensità negli allenamenti, più attenzione e più concentrazione in campo: fatti, non parole» . E ha aggiunto: «Non c’è bisogno di dirvi che l’allenatore resta Zeman che la società resta composta dagli elementi che ci sono oggi» .

MINACCIA - (...) Semmai, chi rischia il posto in questo momento è tra i giocatori. Sabatini ha detto più o meno queste parole: «Siete giocatori di qualità, dovete dimostrare di essere una squadra. Lo scorso anno siamo stati indulgenti, ora non più. Controlleremo i vostri comportamenti in campo. Chi non si sente di far parte di questo gruppo, lo dica e verrà messo fuori squadra oppure andrà via» . Il tutto davanti a Zeman e ai componenti dello staff tecnico. E quando Sabatini ha chiesto se qualcuno avesse qualcosa da obiettare, nessuno ha fiatato.

IL TECNICO - Poi i dirigenti sono usciti, lasciando la sala dei video dove aveva convocato il gruppo. A quel punto è cominciata la riunione tecnico-tattica, con Zeman in compagnia dei giocatori. Anche in questo caso è stato un monologo, perché la squadra è rimasta in silenzio. «Il mio calcio è semplice, provate a seguire quello che vi dico e ad applicarlo» ha spiegato l’allenatore davanti alle immagini di Juventus-Roma. I giocatori lo hanno visto deluso, più che arrabbiato. Zeman non si aspettava di partire così male ma soprattutto, pur conoscendo l’ambiente romano, non si aspettava tante critiche dopo cinque partite.

DE ROSSI Non c’è stato invece un confronto a due tra Zeman e De Rossi, dopo le voci su un battibecco (smentite dalla società) e dopo le dichiarazioni di De Rossi sulle potenzialità della squadra che avevano delegittimato i pensieri dell’allenatore. Nessuno dei “contendenti” aveva interesse ad affrontare il problema adesso, considerando prioritaria la logica collettiva. Semmai le questioni personali saranno risolte più avanti.

INDIFFERENZA - Fuori da Trigoria intanto, un gruppetto di tifosi ha aspettato i giocatori. Non c’è stata una contestazione. Ma l’unico a prendersi gli applausi, sia all’entrata che all’uscita, è stato Florenzi. A lui certo non si può rimproverare la mancanza di impegno.