Mattia Destro era lì che ribolliva. Si gonfiava di fumo represso. Alla fine ha lasciato andare tutto, scoperchiando ciò che si celava dietro l’espressione neutra del volto. Esplode senza neppure gridare semplicemente eruttando parole aspre con tono placido. «L’allenatore sceglie come vuole. Ma anch’io ho una testa e piano piano maturerò le mie decisioni». Ognuno ha le sue idee, Destro ha le proprie intorno alla vita e alla carriera e sono limpidissime. «Quando mi danno occasioni le sfrutto. Per questo la mia media di gol è molto alta. Altri preferiscono mettere in moto la lingua, io metto in moto i piedi e faccio il mio mestiere». Segnare, ovviamente. E’ la quarta volta che gli accade in questo campionato. Anzi, non gli accade: lo fa accadere. Con l’aiuto dei compagni, del gioco.
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Destro attacca: “Garcia fa le sue scelte. Io poi farò le mie.”
Mattia esplode senza gridare, ma semplicemente eruttando parole aspre con tono placido. Altri mettono in moto la lingua, lui metto in moto i piedi.
«Mi vedono litigare con Gervinho e invece siamo due che ridono e scherzano tutta la partita. Semmai avrei da ridire su Pjanic, se fossi litigioso. Sono tre anni che giochiamo insieme e lui sa che in quella zona devo andare io. Ma non voglio essere frainteso: Mire è un giocatore fantastico e se avesse preso bene quel pallone avrebbe segnato». Invece non ha segnato e ha tolto al compagno il secondo gol della serata, la prima doppietta, magari un sorriso in più. Cose che capitano e che non inquietano neppure l’inquieto Destro. Garcia l’ha definito il bomber perfetto per affrontare le squadre meno forti e questo non può far piacere a un attaccante di livello internazionale. Mattia si sente pronto, maturo, completo. In effetti lo è. «Non ho nulla da rispondere a chi ritiene che io non sia un centravanti adatto alla Roma. Non a voce. Io rispondo presente e segno». Perlomeno fino alla prossima estate, quando il mondo di Destro dovrà cambiare oppure lui cambierà città.
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