rassegna stampa

Derby e veleni ora date retta al Prefetto

(Corriere dello Sport-A.Maglie) Ieri Roma ha assistito attonita a un evento terribile. Un carabiniere ferito gravemente davanti a Palazzo Chigi nel giorno in cui il governo giurava al Quirinale. (…)?

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(Corriere dello Sport-A.Maglie)Ieri Roma ha assistito attonita a un evento terribile. Un carabiniere ferito gravemente davanti a Palazzo Chigi nel giorno in cui il governo giurava al Quirinale. (...)?Saremmo allo stesso tempo un po? marziani e un po? incoscienti se non prendessimo atto che nelle viscere della nostra societ? circo

la un malessere che produce gli effetti esiziali di un veleno quotidianamente ingerito. Corre sottotraccia come un piccolo fiume carsico. E? evidente che il calcio da questo contesto non pu? astrarsi: non ci sono torri d?avorio, al riparo da tutto e da tutti. Roma, poi, da Capitale, per il suo valore fortemente simbolico e la sua straordinaria immagine internazionale, ? fortemente esposta. Chi ci vive lo sa bene, da tempo, dagli Anni di Piombo in poi. Ecco perch? quel che ? accaduto ieri obbliga tutti a riflettere anche sulle nostre cose, a cominciare dalla finale di Coppa Italia, da quel derby che si annuncia avvincente sul campo e che i responsabili dell?ordine pubblico, per una serie di precedenti e di coincidenze, temono.

Da un paio di settimane va avanti questo negoziato che coinvolge la Lega, la Questura di Roma e, soprattutto, il Prefetto, principale garante dell?ordinato svolgimento degli appuntamenti pubblici. Il calcio sicuramente paga le cattive abitudini di alcune minoranze che si appassionano pi? a quel che possono combinare loro fuori dallo stadio che a quel che riescono a costruire le squadre sul terreno di gioco. Minoranze per le quali l?evento sportivo ? un pretesto non lo svago di un pomerig

gio o di una sera, la festa a cui partecipare con un sorriso animati da una passione che non deve trasformnarsi in cecit?, cecit? che non riconosce la superiorit? dell?avversario, i suoi meriti, le sue qualit?. La tv ha portato nelle nostre case la scorsa settimana le immagini del Westfalen Stadion: ottantamila persone che cantano e ballano, non solo per una decisiva semifinale di Champions ma anche per una insignificante gara di Bundesliga. Si parla tanto di modello Borussia: il primo modello da imitare ? quello, un rapporto sano con il gioco e con la passione che il gioco alimenta.

L?, per quanto sia accesa la rivalit? con il Bayern di Monaco, non avrebbero difficolt? a organizzare una finale di Coppa di Germania senza far ricorso a un negoziato da Nazioni Unite. Questa trattativa trascinandosi da quasi due settimane ha assunto caratteri un po? stucchevoli e, dopo quello che ? avvenuto ieri e che ci riguarda come cittadini e come appassionati di pallone, anche irrilevanti. Il rispetto che bisogna portare a chi sulla strada rischia la propria vita per proteggere la nostra, deve indurci a prendere atto della realt?. E la realt? ? un Prefetto, Pecoraro, che ha deciso da tempo: finale domenica 26 maggio con fischio di inizio alle 17. Il calcio pu? avere le sue buoni ragioni per chiedere di cominciare alle 21 ma, osservando il mondo che ci gira attorno, probabilmente quelle del Prefetto sono anche pi? fondate. Almeno in questo momento, in questo Paese ferito e preoccupato.