Un paio di parate basse e una su Mexes da trenta metri. A parte questo l’estremo difensore giallorosso, Morgan De Sanctis, ha vissuto la partita da spettatore. E’ un stato un Milan rinunciatario, se non in alcuni sprazzi di partita tentando l’affondo con un Menez sempre “stoppato” da Manolas, ma nonostante questo la squadra di Garcia non è riuscita a trova il gol e la vittoria. «Il Milan ha fatto un’ottima partita – dichiara il portiere romanista -, noi effettivamente potevamo essere più lucidi dopo l’espulsione di Armero, bastava poco a quel punto per fare risultato. Il Milan non ha rubato nulla, resta il rammarico per non aver sfruttato i venti di superiorità numerica».
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De Sanctis: “Serviva un lampo”
Un paio di parate basse e una su Mexes da trenta metri. A parte questo l’estremo difensore giallorosso, Morgan De Sanctis, ha vissuto la partita da spettatore.
Come riporta l’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”, la Roma, a differenza della passata stagione, sta mostrando quest'anno troppi alti e bassi:«Trentasei punti in sedici partite non sono un bottino da poco, considerando gli impegni della Champions e le difficoltà che abbiamo incontrato. Peccato, perché fare bottino pieno nelle due ultime partite casalinghe avrebbe voluto dire stare davanti alla Juve. Ma la strada è ancora lunga, ora recuperiamo energie importanti, sperando di essere sempre in venticinque a disposizione dell’allenatore».
Ma il rammarico resta, perché con una vittoria ieri sera, la Roma avrebbe potuto chiudere il 2014 con un solo punto si distacco sulla capolista Juventus, lo sa De Sanctis che resta fiducioso: «Siamo alla sedicesima giornata, abbiamo trentasei punti, la Juve ne ha tre in più, ma considerando tutto quello che è successo, tra gli impegni della Champions League e le circostanze sfortunate, credo che la Roma si stia comportando bene. Certo, se avessimo vinto le ultime due partite in casa e avremmo avuto la possibilità di farlo, ora saremmo in testa alla classifica. Ci sono ancora ventidue battaglie e speriamo alla fine di vincere la guerra».
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