(Corriere dello Sport - R.Maida)- E’ il solito dilemma che non ha una risposta buona per tutti i gusti: meglio maturare accanto ai grandi campioni oppure uscire di casa per conoscere il calcio della provincia? Totti e De Rossi non si sono allontanati mai dalla Roma. Ma si parla di campionissimi. Per i giocatori di medio-alto livello, a volte conviene mettersi in gioco su un piano più adatto al noviziato.
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Da Di Bartolomei ad Aquilani, quante promesse sono maturate lontano
(Corriere dello Sport – R.Maida) – E’ il solito dilemma che non ha una risposta buona per tutti i gusti:
IL PIONIERE - Ne sa qualcosa l’uomo che oggi dirige il settore giovanile della Roma: negli Anni Settanta, Bruno Conti fu mandato a studiare al Genoa. In due periodi diversi, tra l’altro: prima nel 1975-76, quando aveva 20 anni, poi nel 1978-79, quando il suo coinvolgimento servì a comprare Pruzzo: al Genoa andarono tre miliardi di lire, il cartellino di Musiello e il prestito di Conti. Che l’anno dopo sarebbe diventato uno dei cardini della Roma di Liedholm e della Nazionale di Bearzot.[...]
ANCHE AGO - Esperienza analoga toccò ad Agostino Di Bartolomei, coetaneo di Bruno Conti: giocò un campionato nel Lanerossi Vicenza, sempre nel 1975-76, prima di diventare un capitano gentiluomo e un giocatore decisivo per la Roma. E’ il secondo caso di un’emigrazione funzionale.
EIGHTIES - Una decade più in là il meccanismo della gradualità dei test ha lanciato Stefano Desideri, centrocampista importante per la Roma di fine Anni Ottanta: prima di conoscere la serie A, provò la C1 a Piacenza. Ancora più lunga la strada di Fabrizio Di Mauro, anche lui centrocampista del 1965: la Roma lo utilizzò dopo quattro campionati trascorsi ad Arezzo e Avellino.
A TRIESTE - Più di recente è stata fortunata la scelta di Alberto Aquilani che nel 2003-04, a 19 anni, si fece tutto d’un fiato un anno di serie B nella Triestina (41 presenze, 4 gol) e tornò quasi pronto per il calcio d’elite: la Roma lo ha venduto al Liverpool nell’estate del 2009 per oltre 20 milioni di euro.
L’ESEMPIO - Ma il modello di esplosione graduale è in casa: Alessandro Florenzi era il capitano della Primavera senza alcuna esperienza da professionista nell’estate 2011. Gli capitò l’occasione di giocare a Crotone in serie B, accettò al volo. Ha debuttato da terzino destro, ha finito da centrocampista idolatrato con 11 gol superando ogni previsione della Roma. Che è stata costretta a ricomprarlo per 1,25 milioni compresa la metà del trequartista Stefano Pettinari (1992). Un altro che aspetta dal trampolino calabrese il rapido ritorno a casa.[...]
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