rassegna stampa

Da Amadei al Principe è un marchio

Nella lunga tradizione dell’A.S. Roma sono passati molti giocatori. Come riporta l’edizione odierna del Corriere dello Sport, tanti sono diventati romanisti dopo aver vestito la maglia giallorossa, mentre in una percentuale più bassa,...

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Nella lunga tradizione dell'A.S. Roma sono passati molti giocatori. Come riporta l'edizione odierna del Corriere dello Sport, tanti sono diventati romanisti dopo aver vestito la maglia giallorossa, mentre in una percentuale più bassa, ci sono giocatori che in questa città sono nati. Proprio i calciatori romani, spesso diventano i leader della squadra. Tra i primi ricordiamo sicuramente Attilio Ferraris, meglio noto come Ferraris IV. Campione del mondo nel 1934 e passato alle cronache per essere stato ceduto alla Lazio per 150.000 lire. Nel calcio erano tempi più tranquilli, del resto era stato della Lazio anche l'altro storico capitano Fulvio Bernardini, a cui è stato intestato il centro sportivo di Trigoria. Fu poi il turno di Amedeo Amadei, L' indimenticabile bomber che contribui a portare il primo scudetto nella capitale. Passando ai tempi moderni non possiamo escludere dalla lista Francesco Totti; succeduto al principe Giuseppe Giannini, legato a Florenzi dal mestiere del padre: barista l’uno, barista l’altro. Prima ancora era venuta la Roma di Agostino Di Bartolomei, capitano silenzioso ritratto da De Gregori in una canzone di dolcezza senza pari. Fingendo di ricordarlo, lo rimossero talmente dalla realtà da spingerlo al suicidio. In quella squadra c'era anche Bruno Conti. Era di Nettuno, all’estremità meridionale della provincia, uomo di costa. Eppure non c’è mai stato qualcuno più romano e brasiliano di lui. Tra gli anni sessanta e settanta il capitano era invece Picchio De Sisti, che sapeva dove passare la palla prima di riceverla. Alberto Ginulfi parava con lui. Non era una grande Roma, ma era la Roma.