rassegna stampa

Curve chiuse, parla l’Avvocato Spagnolo “Norma assurda e illegittima: viola il diritto e causa danni morali”

«Sarebbe assolutamente legittimato a sentirsi danneggiato da una sanzione che viola qualsiasi principio costituzionale e della responsabilità, sia essa penale o personale. – dice  l’avvocato Fabrizio Spagnolo, socio dello studio legale...

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«Sarebbe assolutamente legittimato a sentirsi danneggiato da una sanzione che viola qualsiasi principio costituzionale e della responsabilità, sia essa penale o personale. - dice  l’avvocato Fabrizio Spagnolo, socio dello studio legale CMS di Roma, intervistato dal Corriere dello Sport -. Parliamo di una sanzione discriminatoria e aggiungerei un elemento importante: per quanto mi consta, il singolo abbonato in un settore chiuso non potrebbe acquistare un altro posto in un altro settore. Ci troveremmo quindi di fronte ad una specie di daspo atecnico. Il titolare del titolo o dell’abbonamento oltre a subire un danno patrimoniale, subisce un danno morale perché viene accomunato al comportamento di un gruppo di tifosi incivili senza esserci».

«La norma è illeggittima. E sul merito vorrei aggiungere qualcosa della norma forgiata su un presupposto erroneo: parliamo di discriminazione territoriale, qualcosa che nel regolamento internazionale era assolutamente sfumato e che la Federazione italiana ha tenuto a far esaltare non tenendo conto delle diversità campanilistiche del nostro Paese. Chi ha scritto la norma secondo il mio punto di vista mostra miopia dal punto di vista del diritto e della cultura nazionale. La discriminazione territoriale non è in alcun modo un reato penale e non si capisce come la sua violazione possa invece incidere sui diritti della persona».

«Qualsiasi giudice la renderebbe carta straccia. Una norma sbagliata dal punto di vista teleologico, pedagogico: tutta sbagliata a cominciare dall’assenza del principio di riferibilità al soggetto che è alla base della sanzione di qualsiasi atto di violenza. La Figc per tutelare un interesse generale del sistema, sovverte l’ordinamento. Il problema sarebbero i tempi per avere una sentenza e un risarcimento. Io credo che sarebbe doveroso si muovessero le associazioni dei consumatori»