rassegna stampa

Cori, striscioni, multe: se la curva fa arrossire

Non tutti gli ultà sono criminali ma è anche vero che non tutti sono ultrà. Come riporta il Corriere dello Sport, non tutti odiano Napoli, non tutti inneggiano a De Santis, non tutti tirano le monetine alle guardie . John ha 40 anni ed è...

finconsadmin

Non tutti gli ultà sono criminali ma è anche vero che non tutti sono ultrà. Come riporta il Corriere dello Sport, non tutti odiano Napoli, non tutti inneggiano a De Santis, non tutti tirano le monetine alle guardie . John ha 40 anni ed è italoamericano come il consorzio che guida la Roma. Dipendente Alitalia, ha moglie e figli e si abbona in Curva Sud con gli amici da quando era adolescente. Ha soltanto l'obbiettivo di divertirsi quando va allo stadio: «Ma stavolta mi sono vergognato di essere accomunato a certi personaggi» . Come lui, tanti. Che ieri hanno subissato di messaggi il nostro giornale e i social network, per raccontare cosa sia successo davvero nella domenica di Roma-Juventus.

I leader della Curva Sud, quelli che stanno “in basso” ma non solo, avevano deciso che per protesta contro una forma di controllo ritenuta esagerata non ci sarebbero stati striscioni, se non a favore di Danielino , e non ci sarebbero stati cori per mezz'ora di gioco, sia nel primo che nel secondo tempo. Poi, raffica contro Napoli, Catania, Juventus, forze dell'ordine e quant'altro. Niente cori per la Roma. Ma la cosa più grave è che alla maggioranza degli abbonati, «quelli con la tessera del tifoso» come dicono con disgusto gli ultrà, è stato intimato di partecipare allo sciopero. Pena, le botte.

A un certo punto, come riferiscono molti testimoni, un gruppo di galantuomini si è avvicinato al settore Distinti Lato Monte Mario, uniformato alla Curva Sud, minacciando di scavalcare la vetrata e “punire” chi osasse infrangere la legge della giungla. Molti indossavano dei guanti neri, tanto per non lasciare tracce, e si sono fatti largo in mezzo alla folla a colpi di spinte e parolacce. Momenti di tensione e di pericolo concreto di uno scontro fratricida. Gli ultrà minimizzano parlando solo di civile contestazione,ma James Pallotta ha preso subito le distanze da questo pubblico. Comportamenti del genere, nella stagione del ritorno in Champions League, possono travolgere la società. Perché l'Uefa contro razzismo e violenza è severissima: lo stadio Olimpico, già squalificato nel 2004 per il lancio di oggetti (partito però dalla tribuna Monte Mario) contro l'arbitro Frisk, potrebbe subire nuove sanzioni. Già quest'anno la Roma ha pagato quasi un milione di multe (ieri altri 50.000 euro) per fumogeni, bombe carta e altre turbolenze.

A quel punto l'ingiustizia verso i tifosi veri sarebbe doppia. Come è accaduto in questo campionato, quando il giudice sportivo ha squalificato le curve e impedito a John e agli altri spettatori normali di usufruire del proprio abbonamento. Come è possible che, con gli abbonamenti nominali e le telecamere, non si risalga a questi ultrà ? Che la Curva Sud sia spaccata in due tronconi è sopportabile. Non è invece accettabile che a pagare il conto siano sempre i migliori.