Roma-Juventus non è mai solo una semplice partita. La rivalità atavica verso i colori bianconeri accende fischi sonori nei confronti di Antonio Conte quando lo speaker annuncia la formazione (tutta la Juventus è stata fischiata, ma l’impennata è al nome del tecnico). E poi a Chiellini, destinatario anche di cori meno teneri. Fin dagli anni Ottanta questa partita è la più sentita, come fosse un derby.
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Cori e striscioni, è allarme
Roma-Juventus non è mai solo una semplice partita.
Scritte e cori.
In mattinata erano apparse a Roma alcune scritte a sostegno di Daniele De Santis, (il tifoso romanista accusato e in carcere, per aver sparato al tifoso napoletano, prima della finale Tim Cup), nella zona di Porta Portese, sui muri di alcuni palazzi: "Daniele libero", "Roma difende Roma" e uno decisamente repellente "Ciro boom!", tutti messaggi accompagnati dal simbolo della croce celtica.
Anche allo stadio Olimpico - dopo una strana mezz'ora di ìsciopero del tifo' - come ricorda il Corriere dello Sport, sono apparsi alcuni striscioni: “Daje Daniè” in Nord, e ancora più esplicita la Sud con un “Forza Daniele” e “Napoletano infame”.
E così siamo arrivati al razzismo territoriale, tema che unisce le curve. La Sud intonava “lavali col fuoco” (coperto dai fischi) e i mille juventini si sono prodotti nel “noi non siamo napoletani”, poi scelto anche dai romanisti. Dalla Tevere un «Basta violenze fuori e dentro gli stadi».
Veramente un brutto spettacolo, per una partita che vedeva di fronte le migliori due squadre d'Italia.
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