(Corriere dello Sport-A.Ghiacci)Al di là delle idee personali sul fatto che la Roma possa o meno competere per vincere il campionato, in questo momento c’è in piedi una questione-De Rossi che è tutta da affrontare. Che fine ha fatto il centrocampista che fa la differenza in tutte le zone del campo? Perché nelle ultime due apparizioni, tra il ritorno in campo con la Sampdoria e la partita di Torino in casa della Juventus, il mediano giallorosso ha fatto tanta fatica? Questione di poca predisposizione al modulo di Zeman? Oppure di forma non ancora al top dopo il rientro dall’infortunio? Quattro presenze finora per De Rossi in questo avvio di stagione: 240 minuti in campo sui 450 giocati in totale dalla Roma (cinque partite visto che a Cagliari la vittoria è arrivata a tavolino). Un contributo, però, che non è mai stato all’altezza delle sue possibilità. Dai dubbi sull’utilizzo tattico di De Rossi nel 4-3-3 di Zeman, si è passati a non poter fare a meno di notare un giocatore che non è più lui. Il nervosismo del post partita avrebbe portato anche ad un battibecco con il tecnico, ma la voce è stata seccamente smentita dalla società.
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Che fine ha fatto Capitan futuro?
(Corriere dello Sport-A.Ghiacci) Al di là delle idee personali sul fatto che la Roma possa o meno competere per vincere il campionato, in questo momento c’è in piedi una questione-De Rossi che è tutta da affrontare.
TATTICA- Il ruolo in cui ha giocato con Prandelli nella spedizione ucraino-polacca è lo stesso in cui lo sta provando ad impostare nuovamente Zeman. «Lui per me è un centrocampista» , dice il boemo che lo ha piazzato intermedio con Tachtsidis al centro. «Devo fare di più, il ruolo c’entra poco» racconta De Rossi. Che però finora è stato irriconoscibile: sempre al piccolo trotto, mai protagonista di un affondo importante, non incline in maniera naturale al passaggio di prima o all’azione veloce come chiesto dal boemo. Più regista di un calcio alla Luis Enrique fatto di possesso-palla, per intenderci. L’impressione che da una partita e mezza ha dato De Rossi al pubblico romanista, è quella di un giocatore che svolge il semplice compitino, senza aggiungere nulla, corricchiando con sufficienza. (...) Il tempo per ripartire c'è. De Rossi appare pronto: «Sono arrabbiato, cercherò di mettere in campo questa rabbia già contro l'Atalanta, domenica prossima» . In effetti, anche se il tempo non manca, meglio cominciare subito a dare di più. Non tanto, ma almeno lo standard delle prestazioni di De Rossi, uno dei giocatori più forti di serie A, uno dei centrocampisti più completi al mondo.
OPINIONI - Non solo affari tecnico-tattici, però. Perché il dibattito di queste ore rguarda anche il feeling tra De Rossi e Zeman. «Chi parla di scudetto fa il male della Roma» ha sentenziato il mediano all’interno dello Juventus Stadium, dopo la mazzata subita in campo. Il problema è che «di scudetto» aveva parlato proprio Zeman, a più riprese, l’ultima volta non più tardi di se giorni fa, alla vigilia della sfida interna con la Samp’: «La Roma può lottare per lo scudetto» , aveva detto il capo a Trigoria. I dubbi dei tifosi, a questo punto, non hanno come tema principale la questione di chi abbia o meno ragione. Di più: è giusto che un giocatore smentisca così clamorosamente il suo allenatore soltanto cinque giorni dopo, per di più su un capitolo così caldo? O sarebbe stato meglio evitare? De Rossi non ha mai mandato a dire alcunché, uno dei suoi pregi più grandi che nessuno potrà mai mettere in dubbio è quello di aver sempre detto ciò che pensa, senza particolari filtri. Ora però c’è il bene della Roma, della sua Roma, di mezzo. E come si ripartirà, domani pomeriggio, nei rapporti con Zeman? I dubbi dei tifosi giallorossi, emersi dolorosamente dopo il pesantissimo ko con la Juventus, aumentano anche per questa domanda che troverà risposta solo con il tempo.
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