D’accordo, l’avversario non è di quelli capaci di stuzzicare la fantasia, ma il calendario propone il Chievo questa sera e non ci si può fare nulla. Gli spunti in più Marco Borriello dovrà trovarli altrove, nei numeri collettivi - nell’ottica del record dei dieci successi di fila, in fondo, la vittoria contro i veronesi finirebbe con valere più delle altre, a dispetto del blasone - e in quelli individuali. Certe occasioni non capitano poi tanto spesso e bisogna saperle sfruttare: fuori Totti, fuori Gervinho, l’attaccante napoletano ha un’altra chance da titolare, la seconda di fila e questa volta davanti al suo pubblico, per lasciare il segno, per dare ragione al destino che ha voluto che lui restasse in giallorosso, una volta sfumato quel maxi giro di punte nelle ultime ore di mercato, per partecipare a qualcosa di unico. A Garcia offre soluzioni offensive diverse e complementari rispetto all’intera batteria di attaccanti: sta a lui coniugare il suo modo di approcciare l’area di rigore con la filosofia del tecnico francese, cercando le sue giocate e il primo acuto stagionale.
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Borriello, riprenditi il gol
D’accordo, l’avversario non è di quelli capaci di stuzzicare la fantasia, ma il calendario propone il Chievo questa sera e non ci si può fare nulla.
L’INCROCIO
Non è un avversario che stuzzica la fantasia, non è nemmeno uno dei suoi bersagli preferiti: al Chievo ha segnato solo due gol in carriera (il primo nel 2006, quando era a Treviso), non è mica l’Udinese contro la quale è andato a bersaglio già dieci volte in campionato. Non domenica, però: ci ha provato, ha giocato per la squadra, ma i panni del mattatore li ha lasciati indossare a Bradley. Però al Chievo, l’anno scorso, Marco Borriello ha segnato uno dei suoi ultimi gol in campionato, diciamo pure l’ultimo gol pesante, perché la doppietta rifilata al Pescara una settimana dopo finisce con l’assumere un valore relativo, visto il destino già segnato degli abruzzesi e i numeri disastrosi della difesa biancazzurra. Uno a zero, gol di Borriello: era il 28 aprile e, come ci ricorda il Corriere dello Sport, l’attaccante napoletano decise da solo una sfida decisiva per le sorti del Genoa, a secco da otto giornate di campionato durante le quali aveva incassato ben quattro sconfitte, ritrovandosi a giocare con il fuoco della zona retrocessione. Al Genoa serviva il Borriello dei giorni migliori e lo trovò, al Chievo non restò che incassare.
NUMERI
Dalla successiva doppietta rifilata al Pescara alla sfida di questa sera all’Olimpico sono trascorsi esattamente 179 giorni: sei mesi di digiuno in campionato, che poi vogliono dire sei mesi di digiuno assoluto, senza Europa e con la Coppa Italia che, per ora, può aspettare. Tradotti in partite e minuti, questi 179 giorni di digiuno vogliono dire dieci partite senza andare a bersaglio, 582 minuti (al netto dei recuperi) senza fare gol. L’anno trascorso al Genoa l’ha rigenerato: è tornato in doppia cifra, come gli era riuscito solo al primo anno in giallorosso, è tornato ad essere decisivo nella quantità dopo le due reti con la maglia della Juve che nel 2012 gli permisero di mettere anche il suo nome su quello scudetto. Con una notte da protagonista può scrivere un’altra pagina nel libro dei record della Roma di Garcia e può anche riscrivere il suo presente e il suo futuro in giallorosso. Ottocentonovantatrè giorni dopo il suo ultimo gol da centravanti della Roma.
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