rassegna stampa

Bologna per Zeman fu l’inizio della fine

Le regole adesso ci sono. E non c’è stato neppure bisogno di farle cadere dall’alto, perché Garcia ha saputo ottenere in poche ore il rispetto del gruppo senza imporre la propria autorevolezza. Già a Riscone la Roma gli andava dietro...

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Le regole adesso ci sono. E non c’è stato neppure bisogno di farle cadere dall’alto, perché Garcia ha saputo ottenere in poche ore il rispetto del gruppo senza imporre la propria autorevolezza. Già a Riscone la Roma gli andava dietro compatta. Un anno fa invece era il caos. Era Bologna. Come oggi d’inverno, alla fine di gennaio, ma molto peggio.

Come riporta l'edizione odierna del Corriere dello Sport, la Roma giocò male, perché era una banda allo sbando. Evitò la sconfitta quasi per caso (3-3 con palo di Diamanti a tempo scaduto) grazie all’unico gol di Tachtsidis, il fedelissimo dell’allenatore. Ma ormai la situazione era diventata incontrollabile. Nel viaggio di ritorno, in treno, la squadra venne contestata da un gruppo di tifosi che presero di mira Zeman.  Gli insofferenti, non molti ma piuttosto decisi, continuarono a lamentarsi fino alla stazione Termini dove i giocatori incassarono un’esortazione chiara: « Dovete cacciarlo, dovete mandarlo via ». Il complemento oggetto era ovviamente Zeman.

Ma siccome non c’erano alternative pronte, Andreazzoli avrebbe resistito fino alla fine della stagione. Fino al 26 maggio, finale di Coppa Italia, Lulic, gli insulti di Osvaldo, che spinsero la Roma americana al punto più basso. Eppure senza una sconfitta così traumatica (Sabatini dixit) non sarebbe mai cambiata la strategia societaria. Forse non ci sarebbe stato Garcia. E forse nemmeno una Bologna così, più leggera e stimolante. E’ impossibile avere rimpianti.