«Finti nove si nasce, difficilmente si diventa. E in giro ce ne sono sempre pochi perchè sono atipici e preziosi».Chi lo afferma ha sicuramente il titolo per farlo perchè negli Anni Settanta Alberto Bigon intervistato dal Corriere dello Sport è stato un prototipo degli attuali falsi nueve. «Nel Milan di Liedholm - ricorda Bigon - ho giocato in tutti i ruoli tranne quello di portiere. Una volta giocai terzino sinistro marcando Causio. In realtà era lui che doveva rincorrermi. Segnai anche un gol. Dicevano di me che ero un calciatore universale e questo mi è sempre piaciuto. Per Rocco ero il suo miglior centravanti, ma io interpretavo il ruolo a modo mio, tornando indietro, dando una mano ai reparti, legando centrocampo e attacco. Sì, proprio quel ruolo che va di moda adesso».
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Bigon: “Francesco ha il terzo occhio come aveva Rivera”
«Finti nove si nasce, difficilmente si diventa. E in giro ce ne sono sempre pochi perchè sono atipici e preziosi».
Falsi nove si nasce dunque.
«Bisogna avere certe caratteristiche. Il più grande fu probabilmente Alfredo Di Stefano. Oggi Francesco Totti è un interprete inarrivabile di questo ruolo che in realtà significa giocare a tutto campo al servizio della squadra ma con tanta qualità. Totti ad esempio ha una qualità che aveva solo il grandissimo Rivera: ha il terzo occhio per l’assist di prima, oltre naturalmente ad avere una media gol impressionante. Le squadre che hanno giocatori simili hanno indubbiamente una grossa arma in più».
Oltre a Totti?
«Pur essendo più attaccante, un po’ di questo lavoro lo fa Higuain nel Napoli. L’argentino si abbassa per favorire gli inserimenti di Hamsik e siccome ha piede e visione di gioco, può fare la differenza anche manovrando leggermente più lontano dalla porta avversaria».
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